Oggi 29 ottobre Internet compie 50 anni: la prima trasmissione dati tra due computer avvenne alle 22:30 del 29 ottobre 1969 tra il laboratorio di Leonard Kleinrock a Los Angeles (Ucla), e lo Stanford Research Institute, a 350 miglia di distanza. L’invio di quei pochi bit di informazioni attraverso la rete Arpanet – da cui si è poi originata Internet – ha dato vita ad una delle più grandi invenzioni dell’umanità.
A far decollare internet è stato, 20 anni dopo, il papà del Web, Tim Berners-Lee: nel 1989 presentò un saggio al Cern di Ginevra che rappresentava la base teorica del World Wide Web, mentre nel 1991 andò online il primo sito web.
Con la crescita del web e di servizi come la posta elettronica, internet è diventato una rete di telecomunicazione globale che connette miliardi di persone e oggetti.
Per celebrare l’evento il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e l’Università di Pisa, in collaborazione con ricercatori del Politecnico di Milano e del Politecnico di Torino, hanno organizzato a Roma un evento scientifico-divulgativo dedicato ai pionieri della Rete e al futuro della ricerca scientifica in questo settore.
“Il CNR è stato fondamentale nell’avvio di internet in Italia, tra le prime nazioni al mondo che 33 anni fa si collegarono alla rete, così come per la sua diffusione di massa grazie al dominio Registro.it, l’anagrafe dei domini made in Italy,” ha affermato il presidente Inguscio. “Il CNR continuerà ad essere protagonista in Italia e in Europa con progetti che coordina nel campo dell’Ict, delle reti e della rivoluzione tecnologica e di conoscenze legate all’aumento esponenziale della velocità di trasmissione e alla protezione dei dati grazie alle applicazioni della meccanica quantistica in campo fotonico e crittografico”.
“C’è ancora un diffuso analfabetismo digitale. A scuola, ad esempio, vengono insegnati il passato e le materie scientifiche, ma non il metodo scientifico e la sua funzione nell’innovazione e nello sviluppo umano,” ha dichiarato Piero Angela, intervenendo al convegno del CNR. “Sulle nuove tecnologie siamo indietro, ed è come se viaggiassimo su altri binari“. “Il nostro Paese ha ancora una visione arcaica della politica e dell’economia, è come se fossimo passati dall’analfabetismo di massa all’università di massa. La politica dovrebbe, invece, occuparsi di più di scienza e tecnologia“.