Algeria, Australia, Austria, Belgio, Canada, Capo Verde, Colombia, Cuba, Danimarca, Ecuador, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Libia, Malta, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera, Turchia, Uruguay sono i Paesi da cui sono giunti i 220 congressisti per partecipare al XXIII Meeting Europeo sugli Squali tenutosi all’Università della Calabria, dal 16 al 18 ottobre 2019, organizzato dal Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienza della Terra dell’Università della Calabria e dal Gruppo Italiano Ricercatori Squali ed il Centro Studi Squali.
71 presentazioni orali, 59 poster, 2 workshop per comunicare importanti risultati scientifici e promuovere la conoscenza e accrescere la cognizione della conservazione degli elasmobranchi.
L’ European Elasmobranch Association (EEA) nasce 23 anni fa in Scozia per il volere dei rappresentanti di alcune nazioni europee tra cui Inghilterra, Francia, Olanda, Germania, Spagna, Italia e Portogallo, per favorire la ricerca e la protezione degli squali. Ogni anno studiosi e ricercatori si incontrano per fare il punto soprattutto sulla ricerca. Quest’anno è toccato all’Italia organizzare il meeting su questi particolari pesci cartilaginei importanti per gli ecosistemi marini perché sono ai vertici degli equilibri ecologici. Di conseguenza la loro scomparsa può determinare delle profonde alterazioni negli ambienti marini.
Durante le tre giornate, grazie alla collaborazione con GreenGate, il caffè e le pause pranzo degli incontri, sono state fatte tutte senza l’ausilio della plastica.