Far atterrare una sonda sulla superficie di altri corpi celesti è più complesso di quanto possa apparire: ne sono la riprova i recenti fallimenti delle missioni lunari di India e Israele. Scendere su Marte – spiega Global Science – è una sfida ancor più complessa, occorre saper centrare un bersaglio lontano e in movimento e poi se l’ingresso in atmosfera è avvenuto sulla giusta traiettoria, per evitare lo schianto, occorre effettuare una lunga frenata.controllata.
A tentare la difficile impresa di sbarcare sul Pianeta rosso, attualmente riuscita solo alla Nasa, sarà prossimamente l’Europa con la missione ExoMars 2020.
La missione europea, nata dalla collaborazione tra Esa e Roscosmos, sarà la prima a inviare sul mondo rosso un rover – Rosalind Franklin – equipaggiato con un trapano made in Italy, progettato da Leonardo. Lo strumento sarà in grado di prelevare campioni del suolo fino a due metri di profondità, dove potrebbero trovarsi tracce di una vita passata che nel sottosuolo è riuscita a sopravvivere alle radiazioni.
Ma prima ExoMars dovrà conquistare il suolo marziano, con alle spalle l’insuccesso del tentato landing nel 2016 del lander Schiaparelli.
Nel corso dell’anno i test che l’Esa ha condotto sui paracadute, essenziali per frenare l’ingresso in atmosfera del modulo contenente il rover, hanno avuto un esito negativo. Così per far fronte al problema e identificarlo, in questo ultimo mese l’agenzia ha portato avanti un’accurata ispezione di tutto l’hardware recuperato. Il team della missione ha apportato nuove modifiche al design dei paracadute per facilitarne l’apertura ed evitare i danni da attrito, chiedendo un supporto alla Nasa. Una collaborazione che permetterà di accedere ad apparecchiature speciali presso il JPL, attraverso le quali potranno essere collaudati a terra prima dei prossimi test di caduta in alta quota, già programmati tra gennaio e marzo prossimi.
L’esito positivo delle prossime prove sarà fondamentale per evitare ritardi nella tabella di marcia della missione. La finestra di lancio è prevista tra il 26 luglio e l’11 agosto 2020. Se tutto andrà nel verso giusto, il sistema di paracadute collaudato sarà integrato all’interno del modulo in aprile, prima della spedizione al sito di lancio a Baikonur. Invece, per quanto riguarda il rover, esso si trova nella sede di Airbus a Tolosa, in Francia, per ulteriori test ambientali che simulano le temperature marziane.