Salute, mobilitazione di Medici Senza Frontiere contro la tubercolosi: ‘Ridurre i prezzi dei farmaci’

Una mobilitazione globale per chiedere alla Johnson&Johnson (J&J) di abbassare a 1 dollaro al giorno per paziente il prezzo della bedaquilina, uno dei principali farmaci contro la Tubercolosi
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Una mobilitazione globale per chiedere alla Johnson&Johnson (J&J) di abbassare a 1 dollaro al giorno per paziente il prezzo della bedaquilina, uno dei principali farmaci contro la Tubercolosi, che uccide ogni anno 1,6 milioni di persone. A lanciarla è Medici senza frontiere (Msf) che insieme a società civile, attivisti ed ex pazienti sopravvissuti alla TB, oggi scendono in piazza di fronte alle sedi della J&J negli Stati Uniti, in Belgio, Brasile, Sudafrica, Ucraina e Spagna, con l’obiettivo di garantire l’accesso a questo farmaco anti-TB a tutte le persone che ne hanno bisogno, ovunque nel mondo.

Si firma anche in Italia su www.msf.it/abbassailprezzo da oggi al 30 ottobre, quando inizierà in India la 50a Conferenza Mondiale dell’Unione sulla Salute Polmonare.La bedaquilina rappresenta un punto di svolta per centinaia di migliaia di persone affette da forme di TB resistenti ai farmaci, che con i vecchi trattamenti vivono l’incubo di cure complesse e pericolose: fino a 20 pillole al giorno, 14.600 in due anni, dolorose iniezioni quotidiane, gravissimi effetti collaterali come psicosi, nausea persistente, sordità e persino la morte.

“Che senso ha avere un farmaco che i pazienti non possono permettersi? La bedaquilina potrebbe aiutare moltissime persone, ma il prezzo troppo elevato la rende inaccessibile in molti paesi. Non chiediamo la luna, chiediamo a J&J di ridurre il prezzo del farmaco anti-TB a non più di 1 dollaro al giorno, perché possa essere disponibile per tutte le persone che ne hanno bisogno’, dice François Dumont, direttore comunicazione di MSF che alla manifestazione di Bruxelles ha portato la campagna ‘Non chiediamo mica la luna’ nata per celebrare 20 anni di lotta per l’Accesso ai Farmaci MSF e coinvolgere il pubblico nelle sfide attuali (www.msf.it/spazioallecure).

Si legge in un comunicato a firma di Medici senza frontiere: ‘Bedaquilina: contributo di molti, profitto di pochi. La bedaquilina è stata sviluppata con un enorme supporto dei contribuenti, delle organizzazioni no profit e delle donazioni filantropiche. Gran parte del lavoro nel diffondere informazioni sull’utilizzo del farmaco e dimostrare il suo valore terapeutico è stata condotta dalle comunità di ricercatori, dai ministeri della Salute e dagli attori che forniscono il trattamento, tra cui MSF, ed è stata finanziata da contribuenti e donatori.

Nonostante questo sforzo congiunto dell’intera comunità globale per la TB, solo J&J detiene il brevetto sul farmaco in molti paesi e può decidere in quali paesi il farmaco verrà venduto. Inoltre J&J ha ottenuto un importante guadagno ricevendo il Priority Review Voucher dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, un bonus che può essere usato per facilitare l’approvazione commerciale di un altro dei propri farmaci oppure venduto ad altri produttori per cifre fino a 350 milioni di dollari’. Spiega Sharonann Lynch, esperta delle politiche per HIV e TB della Campagna per l’Accesso ai Farmaci di Msf: ‘La bedaquilina è stata sviluppata utilizzando soldi dei contribuenti, donazioni, il lavoro della comunità scientifica impegnata nella ricerca e delle organizzazioni sul campo. Le persone che hanno contribuito allo sviluppo del farmaco dovrebbero poter dire la loro sulle modalità in cui ne viene stabilito il prezzo’.

Continua il comunicato: ‘Attualmente J&J fa pagare il doppio di quanto richiesto dalla mobilitazione di Msf. Il prezzo è infatti di 400 dollari per un ciclo di trattamento di sei mesi nei paesi che hanno i requisiti per acquistare il farmaco attraverso il Global Drug Facility (GDF), meccanismo per la fornitura di farmaci e diagnostica per la TB. Ma ricercatori dall’Università di Liverpool hanno calcolato che la bedaquilina può essere prodotta e venduta con profitto a molto meno – fino a 25 centesimi al giorno se fossero venduti almeno 108mila cicli di trattamento in un anno. A 1 dollaro al giorno, il prezzo della bedaquilina sarebbe pari a 600 dollari a persona per i 20 mesi di trattamento richiesti per molti pazienti affetti da TB multiresistente.

Il prezzo più basso richiesto da J&J per 20 mesi di bedaquilina è di circa 1200 dollari (2 dollari al giorno) in paesi che possono acquistarlo attraverso la GDF, in altri paesi molto di più. Il prezzo elevato compromette la diffusione del farmaco in molti paesi alle prese con un’epidemia di TB multiresistente, considerando anche che la bedaquilina è solo uno dei diversi farmaci richiesti in un regime di trattamento’.

“La bedaquilina mi ha salvato la vita. Avevo subito molti effetti collaterali e indesiderati durante il trattamento precedente, che includeva farmaci da iniettare”, racconta Noludwe Mabandlela, ex paziente curata a Khayelitsha, in Sud Africa, guarita a inizio 2019. “Quando sono passata alla bedaquilina, la mia Salute è migliorata velocemente. Non auguro a nessuno di passare ciò che ho passato io. Le case farmaceutiche come J&J dovrebbero smettere di imporre prezzi così alti su un farmaco che rappresenta un’ancora di salvezza per persone affette da forme così gravi di TB’, prosegue.

Solo tre nuovi farmaci in 50 anni. Solo 12mila pazienti accedono alla bedaquilina. La bedaquilina è uno degli unici tre farmaci per la TB sviluppati in oltre mezzo secolo (gli altri sono il delamanid e il pretomanid). I regimi di trattamento raccomandati in precedenza nella maggior parte dei paesi per la TB resistente, richiedevano l’assunzione di almeno 20 pillole al giorno per un periodo fino a due anni e dolorose iniezioni quotidiane, con gravi effetti collaterali che andavano dalla psicosi alla nausea persistente fino alla sordità.

Questi trattamenti tutt’altro che ottimali riuscivano a curare solo il 55% dei pazienti affetti da TB multiresistente e solo il 34% dei pazienti con TB estesamente resistente ai farmaci (XDR-TB). In base ai dati dei trials clinici effettuati dalla comunità scientifica impegnata nella lotta alla TB, che mostravano migliori risultati terapeutici nei pazienti trattati con la bedaquilina, l’OMS nel 2018 ha raccomandato l’utilizzo della bedaquilina come componente centrale di un regime di trattamento esclusivamente orale che sostituisce i farmaci da iniettare. L’aumentato uso della bedaquilina ha già mostrato benefici anche tra pazienti che hanno meno probabilità di successo terapeutico, come persone affette da HIV e TB estesamente resistente. Per esempio a Belarus, su 244 persone trattate con la bedaquilina – di cui il 96% affetto da pre-XDR-TB e XDR-TB – la percentuale di successo è aumentata all’87%.

“Abbiamo visto così tanti pazienti diventare sordi, perdere il lavoro o addirittura la vita perché non avevano altra scelta se non assumere quegli atroci farmaci anti-TB da iniettare”, dice il dottor Ruggero Giuliani, infettivologo di Msf.“Oggi la bedaquilina si sta dimostrando un punto di svolta, che offre ai pazienti che possono accedervi una migliore opportunità di cura, senza effetti collaterali tossici. Abbiamo bisogno che questo farmaco sia accessibile a tutti quelli che ne hanno bisogno’, aggiunge Giuliani.Da quando un anno fa l’Oms ha raccomandato la bedaquilina come farmaco centrale nel trattamento della TB multiresistente, meno di 12mila persone sono state trattate con un regime di trattamento che include la bedaquilina nell’ambito di programmi nazionali per la TB. Numeri esigui considerando che circa l’80% delle 558mila persone che sviluppano ogni anno la TB multiresistente dovrebbe essere trattato con questo farmaco. La diffusione dei trattamenti contenenti bedaquilina potrà avvenire solo se J&J la renderà ampiamente disponibile e accessibile, anche consentendo ad altre aziende farmaceutiche la produzione di versioni generiche.

L’azione di MSF contro la TB. MSF è il principale attore non governativo a fornire trattamenti contro la TB nel mondo, in prima linea nel trattamento della TB da oltre 30 anni, spesso in collaborazione con le autorità sanitarie locali, per fornire cure in un’ampia varietà di contesti, zone di conflitto cronico, baraccopoli, carceri, campi rifugiati e aree rurali. A settembre 2018, nei progetti di Msf in 14 paesi, oltre 2000 persone sono state trattate con i nuovi farmaci anti-TB, tra cui 633 con il delamanid (l’unico altro nuovo farmaco sviluppato in più di 40 anni), 1.530 con la bedaquilina e 227 con una combinazione dei due farmaci.Msf lavora anche per superare gli ostacoli rappresentati dal brevetto sul farmaco e garantire l’ingresso sul mercato di diversi produttori per ottenere una bedaquilina a prezzi accessibili. A febbraio 2019, Msf ha supportato l’azione di due sopravvissuti alla TB che hanno contestato l’applicazione del brevetto J&J in India. Msf ha anche chiesto al governo indiano di superare il brevetto e incoraggiare i propri produttori del farmaco anti-TB a fornire la bedaquilina al programma nazionale per la TB attraverso una ‘licenza obbligatoria’, essendo la TB multiresistente un’emergenza di Salute pubblica. L’utilizzo delle licenze obbligatorie potrebbe essere un modo efficace di superare le barriere rappresentate dai brevetti per accedere a prodotti farmaceutici cruciali, e altri paesi potrebbero fare lo stesso, facendo ricorso alle flessibilità contenute negli accordi di proprietà intellettuale per superare i prezzi elevati dei farmaci. L’accesso alle cure per la TB è una delle principali sfide attuali della lotta per l’Accesso ai Farmaci, di cui Msf celebra quest’anno i 20 anni con la campagna ‘Non chiediamo mica la luna’.

 

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