Stati Generali della Green Economy: una road map per realizzare in Italia un Green New Deal

Delle proposte per la realizzazione di un Green New Deal per l’Italia si discuterà quest’anno agli Stati Generali della Green Economy
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Per avviare concretamente un Green New Deal per l’Italia c’è bisogno di un programma ampio e pluriennale con misure e obiettivi al 2030, che abbia come asse centrale il contrasto alla crisi climatica e preveda il reperimento delle risorse finanziarie per attuarlo. In Europa la nuova Commissione Europea e in Italia il nuovo Governo e la nuova maggioranza hanno avanzato, per la prima volta, la proposta di promuovere un “Green New Deal” per affrontare congiuntamente la crisi ambientale, e la bassa crescita economica.

Delle proposte per la realizzazione di un Green New Deal per l’Italia si discuterà quest’anno agli Stati Generali della Green Economy, l’appuntamento di confronto e discussione sulla green economy più atteso a livello nazionale. Promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e della Commissione Europea, gli Stati Generali della Green Economy si terranno il 5 e 6 novembre 2019 alla Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group, nell’ambito di Ecomondo, e avranno come tema proprio il “Green New Deal e sfida climatica: obiettivi e percorso al 2030”.

L’abbattimento delle emissioni è un passaggio cruciale per realizzare quella svolta epocale che oggi è necessaria per assicurare un futuro al nostro Pianeta. Le emissioni mondiali di gas serra continuano, infatti, ad aumentare e i danni della crisi climatica sono sempre più evidenti e ingenti; in Italia hanno pesato con 20 mila decessi e circa 65 miliardi di euro di danni tra il 1980 e il 2017. Se si aspetta che tutti i Paesi partano contemporaneamente, non si arriverà in tempo a contenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°C, come previsto dall’Accordo di Parigi per il clima.
Questo passaggio è ritenuto centrale dal Parlamento Europeo che recentemente, come richiesto da Olanda, Danimarca e Francia con l’appoggio della Presidente della nuova Commissione, ha votato una risoluzione che chiede di aumentare fino al 55% l’impegno di riduzione al 2030. Cosa significa per l’Italia?

Le nostre emissioni di gas serra, dopo un periodo di calo, negli ultimi anni non stanno più diminuendo. – spiega Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – “Nel 2018 sono state pari a 426 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, le stesse del 2014. Per rispettare la traiettoria dell’Accordo di Parigi, che richiede di azzerare le emissioni nette al 2050, occorrerebbe entro il 2030 almeno dimezzare quelle del 1990, facendole scendere quindi a circa 260 milioni di tonnellate. Con le misure vigenti, tuttavia, secondo ISPRA, le emissioni italiane scenderebbero solo a poco più di 380 milioni di tonnellate al 2030, mancando l’obiettivo di oltre 120 milioni di ton. Agli Stati Generali della Green Economy chiederemo al Governo un ulteriore sforzo per realizzare una politica più incisiva e di attuazione di un Green New Deal al fine di raggiungere gli obiettivi necessari alla sopravvivenza del nostro Pianeta”.

I lavori dell’ottava edizione degli Stati Generali della Green Economy prenderanno il via con la sessione plenaria la mattina del 5 novembre. Sarà aperta da Edo Ronchi, Consiglio Nazionale della Green Economy, che illustrerà le proposte per un Green New Deal e la Relazione 2019 sullo stato della Green Economy e vedrà la partecipazione di Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia e delle Finanze, di Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e di Riccardo Fraccaro, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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