Il Prof. Vladimir Kossobokov, scienziato dell’Institute of Earthquake Prediction Theory and Mathematical Geophysics dell’Accademia delle Scienze Russa, ha parlato ai microfoni di MeteoWeb del rischio sismico in Italia.
Nel bel mezzo degli scioperi globali sul clima, ci è venuto spontaneo fare un parallelo tra l’urgenza delle azioni per combattere i cambiamenti climatici e l’urgenza delle azioni per combattere il terremoto. Il Prof. Kossobokov ha espresso la sua opinione sull’allarmismo generale che circonda il tema clima: “Negli ultimi 15 anni, mi sto chiedendo perché l’ipotesi del “riscaldamento globale antropogenico” sia utilizzata come uno strumento per affermazioni politiche scientificamente infondate di un’incipiente catastrofe climatica. Il nostro pianeta ha sperimentato periodi caldi e freddi in passato e li sperimenterà in futuro. Da notare che attualmente siamo nel minimo solare più profondo dell’era moderna che ricorda il minimo di Dalton nell’attività solare, spesso associato a climi globali più freddi con temperature globali inferiori alla media”.
In Italia, dunque, sembra proprio che dovremmo essere più preoccupati del rischio sismico che dei cambiamenti climatici e anche Kossobokov è d’accordo: “Sì, è così. La valutazione del rischio sismico in Italia, così come in molti altri Paesi del mondo, è un problema spinoso che necessita di una revisione urgente dai principi di base. La maggior parte, se non tutti, i metodi probabilistici standard per valutare il rischio sismico e i rischi associati si basa su ipotesi soggettive, comunemente irrealistiche e persino errate sulla ricorrenza sismica. L’Italia è il solo Paese in cui è disponibile un catalogo sufficientemente completo di terremoti distruttivi per circa un millennio. Questi dati empirici sembrano essere i migliori per una valutazione neo-deterministica realistica, basata su scenari, del pericolo sismico e dei rischi in Italia. Il recente aumento dell’attività sismica nei pressi dello Stretto di Messina potrebbe indicare l’area che è più suscettibile ai terremoti”.
E sul rischio che un grande terremoto possa colpire il nostro Paese, Kossobokov ha detto: “La storia sismica italiana suggerisce che un “Big One” potrebbe colpire la maggior parte del territorio, la cui magnitudo momento potrebbe superare 6 al Centro e al Nord Italia e raggiungere 7.5 nel Sud Italia“.
“L’effetto sismico sulle città italiane e le conseguenze sono esemplificate con i recenti casi disastrosi dei terremoti dell’Aquila del 2009 e dell’Umbria-Marche del 2016”.
Per quanto riguarda la prevenzione antisismica, l’esperto ha spiegato: “Purtroppo, come per il controllo del clima della Terra, la prevenzione antisismica non è alla portata dell’uomo. Tuttavia, la confermata affidabilità di una esaustiva modellazione neo-deterministica basata su scenari nei test contro l’effettivo verificarsi di terremoti consente di concludere che oggigiorno gli scienziati possono rivelare i pericoli sismici, valutare i rischi sismici e fornire conoscenza all’avanguardia di un imminente disastro, insieme ad utili raccomandazioni sul livello dei rischi per il processo decisionale in materia di progettazione ingegneristica, assicurazioni e gestione delle emergenze. Il rilevamento dei terremoti avrebbe potuto essere utilizzato per implementare misure e per migliorare in anticipo la preparazione sismica in diversi casi (come il forte terremoto dell’Aquila del 2009 e il mega terremoto di T?hoku del 2011); purtroppo, non è stato fatto, in parte a causa della limitata distribuzione della valutazione operativa e della mancanza dell’applicazione dei metodi esistenti per prendere decisioni per agire”.
Sul monitoraggio sismico nel nostro Paese, il Prof. Kossobokov ha aggiunto: “Che io sappia, sono applicati alcuni metodi di previsione operativa dei terremoti per il territorio italiano. In particolare, la previsione sperimentale a medio termine di terremoti forti o moderati è condotta in tempo reale dal 2002 dagli scienziati del nostro Istituto di Mosca e dell’Università di Trieste. I risultati delle previsioni di questo esperimento si sono rivelati affidabili in termini di localizzazione e tempistica dei terremoti target. È risaputo che per mitigare le perdite dei terremoti, si possono adottare azioni prudenti ed efficaci in termini di costi se la certezza della previsione è nota, ma non necessariamente alta”.
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