“Il terremoto che si è verificato ieri in Calabria, in provincia di Catanzaro, è su una struttura abbastanza conosciuta, legata alla flessura della placca ionica che si trova sotto la Calabria. Da un punto di vista storico-geologico, il terremoto di riferimento è quello di Isca, sullo Ionio, del 1947“. A spiegarlo in esclusiva ai microfoni di MeteoWeb è il professor Antonio Moretti, geologo ed esperto di storia dei terremoti.
Il sisma avvenuto in Calabria nel 1947,a cui l’esperto fa riferimento, si è manifestato con una serie di eventi sismici durante i quali le terrà tremò, in fasi diverse, per 48 ore, culminati poi con l’evento principale, avvenuto l’11 maggio 1947, che ebbe il suo epicentro a largo di Satriano nel Golfo di Squillace, con magnitudo Richter pari a 5.7.
“La Calabria è il punto intorno al quale gira la geodinamica del Mediterraneo – spiega l’esperto -, perché il mar Ionio altro non è che un pezzo dell’antica litosfera di Tetide (golfo al centro della Pangea, ndr); dunque, essendo vecchio e pesante, si piega e affonda sotto l’arco calabro, liberando energia potenziale gravitazionale nel mantello sotto il Tirreno e ne causa l’espansione. Si tratta dell’energia che mette in movimento tutto il sistema del Mediterraneo, trasformandosi in calore e facendo risalire verso l’alto la Calabria. Contemporaneamente il Tirreno, a sua volta, spinge l’Appennino verso l’Adriatico e la Calabria verso lo Ionio con tutta la sismicità associata. Il terremoto verificatosi ieri è localizzato proprio dove la piastra si piega. Non influisce direttamente sulla sismicità superficiale, ma trasferisce comunque la sua energia anche alle strutture tettoniche della Calabria“.
In sostanza, questo terremoto non è avvenuto IN Calabria, ma SOTTO la Calabria, a differenza di tutti gli altri che si verificano “nell’asse della catena. L’evento di ieri si è verificato quindi su una piastra di crosta ionica che si piega e sprofonda. E’ molto difficile capire come funziona questo meccanismo, ma stiamo parlando di parecchia energia. Non ci è ben chiaro che tipo di terremoti possa produrre questa struttura. Può darsi che possa riprendere energia anche ora e dunque si potrebbero verificare altri eventi nell’immediato, come accadde nel ’47 – precisa Moretti -. Si tratta di terremoti che hanno tre volte la profondità di quelli ‘normali’, dunque dissipando l’energia su una superficie nove volte più grande presentano intensità locali minori. Anche nel 1947, infatti, non vi furono crolli di abitazioni o vittime. Morirono due persone, ma per un caso fortuito“.
“Il problema, però, è una questione più difficilmente interpretabile, ovvero come l’energia liberata possa interferire con le strutture calabresi che causano i terremoti ‘ordinari’. La Calabria, sismicamente, è divisa in due proprio da Catanzaro. Nel sud Calabria ci sono stati terremoti più di ‘recente’ (vedi quello del 1908, ndr), mentre nel nord della regione il periodo di latenza è più lungo. Considerando che storicamente non sono trascorsi più di 110/120 anni tra un forte evento e l’altro, c’è da tenere in considerazione che, più prima che poi, un evento forte potrebbe arrivare“, conclude l’esperto.
E dunque che fare? Vivere nella paura, ovviamente, non ha alcun senso. Si potrebbero seguire i consigli degli esperti, come ci aveva spiegato lo stesso Moretti in passato, ma a quanto pare a livello di politiche mirate alla prevenzione siamo parecchio indietro, non solo per quanto riguarda la Calabria, ma in generale per tutto il nostro Paese.