Almeno due persone sono morte e altre 30 sono rimaste ferite in Giappone a causa del potente tifone Hagibis. Le autorità hanno confermato che un uomo è stato travolto da una slavina a Tomioka-shi, nella prefettura di Gunma, nel Giappone centrale, mentre preoccupa il livello delle acque dopo le piogge torrenziali, fino a 1000mm nella regione del Tokai, che hanno costretto le autorità a diffondere un avviso di evacuazione per 7 milioni di persone. Un altro uomo era stato ucciso a Chiba, a Est di Tokyo, quando i venti forti hanno trascinato e rovesciato la sua auto. Il tifone ha portato sul Giappone piogge “senza precedenti”, con allagamenti e frane. Quattro feriti sono in condizioni gravi, mentre almeno tre persone risultano disperse.
Il tifone Hagibis, il più devastante da inizio anno, si è abbattuto sul Paese con venti fino a 216km/h, toccando terra nella penisola di Izu, a Sud-Ovest di Tokyo a mezzogiorno (ora italiana). Decine di migliaia di persone sono andate nei rifugi e hanno ottenuto coperte e aiuti. Piogge torrenziali e forti venti stanno sferzando gran parte del Paese, in quella che si prospetta come la peggior tempesta degli ultimi 60 anni in Giappone. I servizi ferroviari sono stati interrotti e oltre un migliaio di voli sono rimasti a terra. Due partite di Coppa del Mondo di rugby in programma oggi sono state annullate, e ufficialmente dichiarate come pareggi, Inghilterra-Francia e Nuova Zelanda-Italia. La Formula 1 ha anche annullato le prove di qualificazione per il Gran Premio del Giappone previsto per domani.
Tifone Hagibis, la più grande tempesta in corso sul pianeta
Tra gli evacuati vi sono anche coloro che furono costretti a lasciare le abitazioni a causa di un tifone del mese scorso: “Il tetto era già stato rotto dal tifone dell’altra volta, e la pioggia è caduta dentro casa“, ha raccontato un 93enne riparato nel cento di raccolta a Tateyama, a est di Tokyio, mentre il 77enne Hidetsugu Nishimura ha raccontato: “Non ho mai visto nulla di simile”. Un primo bilancio di feriti parla di almeno 30, tra cui bambino di tre anni, che insieme con la propria famiglia si trovava in una casa che è andata distrutta. A Gotemba, a ovest di Tokyo, i vigili del fuoco hanno soccorso un uomo che stava annegando in un canale, ma un altro risulta disperso. I meteorologi hanno previsto nelle prossime 24 ore mezzo metro di acqua a Tokyo, e molto di più nella regione Tokai, mentre diversi fiumi stanno per esondare.
Etichettato solo pochi giorni fa come un ‘super-tifone‘ dall’Agenzia degli Stati Uniti per l’Atmosfera e gli Oceani (Noaa), Hagibis aveva guadagnato potenza in modo incredibilmente rapido, per poi ridimensionarsi. Il meccanismo all’origine del fenomeno è analogo a quello che genera uragani e cicloni. “I tifoni che si formano nell’oceano Pacifico settentrionale, come Hagibis, sono fenomeni meteorologici analoghi agli uragani dell’Atlantico e ai cicloni del Pacifico meridionale e dell’Oceano Indiano“, spiega il fisico Massimiliano Pasqui, del Consiglio Nazionale della Ricerche (Cnr). “In tutti gli oceani – aggiunge – a innescare questi fenomeni sono perturbazioni che si formano sui mari caldi della fascia tropicale, con un’evoluzione particolarmente veloce che li trasforma in vortici dalle correnti particolarmente intense“. Queste strutture acquistano progressivamente potenza ed energia dall’umidità dell’oceano fino a diventare le strutture capaci di generare le precipitazioni più intense del pianeta.
Tifone Hagibis: sale il numero di feriti e dispersi
Angoscia e timori di ulteriori devastazioni nel Giappone centro orientale per il tifone Hagibis, il numero 19 dell’anno ma considerato il più pericoloso degli ultimi 60 anni. Prima del suo passaggio, l’Agenzia meteorologica nazionale (Jma) ha emesso un livello di allarme senza precedenti a Tokyo e nelle regioni adiacenti. Hagibis sta rilasciando un eccesso di precipitazioni mai viste prima a partire dall’ultimo tifone Kanogawa del 1958, quando a morire nella piana del Kanto – la regione che ospita l’area metropolitana di Tokyo – furono 1.200 persone. Per la prima volta, inoltre, la Jma ha portato al massimo il livello di allarme su una scala da uno a 5 per Tokyo, e le prefetture di Gunma, Saitama, Kanagawa, Yamanashi, Nagano, Shizuoka, Niigata e Fukushima.
Le maggiori preoccupazioni risiedevano nelle probabilità di un ingrossamento dei fiumi dopo il necessario rilascio di acqua da alcune dighe della capitale. Sono 10 i corsi d’acqua che hanno straripato, hanno confermato le autorità, incluso il fiume Tama nel popoloso distretto di Tamagawa a Tokyo, tuttavia senza drammatiche conseguenze. Oltre 1000mm di pioggia sono stati registrati ad Hakone, una rinomata località turistica a 80 km a sud di Tokyo, equivalenti a due volte e mezzo l’ammontare in media dell’intero mese di ottobre. C’è il timore di altri allagamenti dopo che le autorità hanno aperto porte di alcune dighe, temendo che cedessero, invitando gli abitanti di quelle zone a cercare riparo in luoghi lontani e sicuri. Quasi mezzo milione di case nella regione di Tokyo è rimasta almeno a tratti senza elettricità.
Poco dopo la mezzanotte (ora locale) di sabato mancavano all’appello 10 persone e si contavano almeno 80 feriti, secondo l’emittente NHK. Bilancio che, nonostante sia drammatico, considerata la portata della perturbazione può ritenersi contenuto, grazie allo straordinario grado di prevenzione dei disastri e il livello di istruzione alla vigilanza esistente in Giappone. Già dal pomeriggio di venerdì, la gente aveva fatto la scorta dei beni di prima necessità, nel caso di una prolungata interruzione degli approvvigionamenti alimentari, rituali che sono il risultato della maniacale preparazione ai disastri naturali a cui è abituato il popolo giapponese, spesso dalle proporzioni devastanti e in diverse stagioni dell’anno. Passata la tempesta a Tokyo, il tifone Hagibis ha continuato spedito il suo corso durante la notte verso il nord dell’arcipelago, dove rimane il massimo livello di emergenza, in particolare sul versante orientale di Iwate, già teatro dello tsunami del 2011.