Cos’è un wormhole? Un ponte di Einstein-Rosen, un varco Spazio Tempo, un sogno per i fisici e per tutti gli appassionati di scienza: una scorciatoia tra un punto dell’universo e un altro, che permetterebbe di viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce.
Da quando questa immagine fu introdotta nel mondo della scienza, era il 1935 e Einstein e Rosen avevano rappresentato un elettrone come un buco nero, per dare una continuità tra la relatività e la meccanica quantistica, evitando la contraddizione della singolarità dei buchi neri, l’immaginario collettivo mutò radicalmente. Ai tempi ne era emersa quella che è oggi conosciuta come l’immagine di rappresentazione del wormhole, il collegamento tra i due universi. Il concetto, dal punto di vista fisico, fu poi teorizzato nel 1957 da Wheeler e Fuller che ne inventarono anche il nome: tale varco risultava possibile solo in presenza di un buco nero da un lato e di un buco bianco dall’altro, tuttavia esso era energicamente instabile e quindi destinato a chiudersi.
Da allora, il miraggio del wormhole accende gli animi dei più intelligenti, dei sognatori di ogni tempo. Anche il mondo del cinema ne è da sempre affascinato, come raccontano in Interstellar, ma anche nella recente serie tv “Dark“.
Adesso anche gli scienziati hanno deciso di interrogarsi chiaramente sulla questione. In uno studio pubblicato sulla rivista Physical Review D, è stata descritta una tecnica per rivelarli, laddove dovessero realmente esistere. Il metodo si concentra sullo scovare un wormhole attorno al Sagittario A *, un oggetto che si pensa sia un buco nero supermassiccio situato nel cuore della galassia della Via Lattea. Sebbene non ci siano prove che lì ci sia un wormhole, si ritiene che quello sia un buon posto per cercarlo in quanto ci si aspetta che i wormhole richiedano condizioni gravitazionali estreme, come quelle presenti nei buchi neri supermassicci.
Nel nuovo articolo, gli scienziati scrivono che se esistesse un wormhole nel Sagittario A *, le stelle vicine sarebbero influenzate dalla gravità delle stelle all’altra estremità del passaggio. Di conseguenza, sarebbe possibile rilevare la presenza di un wormhole cercando piccole deviazioni nell’orbita prevista delle stelle vicino al Sagittario A *.
“Se hai due stelle, una su ciascun lato del wormhole, la stella dalla nostra parte dovrebbe sentire l’influenza gravitazionale della stella che si trova dall’altra parte”, spiega Dejan Stojkovic, cosmologo e professore della University at Buffalo College of Arts and Sciences. “Il flusso gravitazionale passerà attraverso il wormhole. Quindi, se mappi l’orbita prevista di una stella attorno al Sagittario A *, dovresti vedere – aggiunge – deviazioni da quell’orbita se c’è un wormhole lì con una stella sull’altro lato”. Non solo. Stojkovic ha anche spiegato che se mai scopriremo i wormhole, non saranno come quelli che immaginiamo.
“Anche se un wormhole è attraversabile, molto probabilmente le persone e le astronavi non potranno mai passarci”, dice. “Realisticamente, avresti bisogno di una fonte di energia negativa per mantenere aperto il wormhole, e non sappiamo come farlo. Per creare un enorme wormhole stabile, hai bisogno di un po’ di magia”, aggiunge. Tuttavia, i wormhole – attraversabili o meno – sono un fenomeno teorico interessante da studiare. Sebbene non vi siano prove sperimentali dell’esistenza di questi passaggi, sono possibili secondo la teoria. Come spiega Stojkovic, i wormhole sono “una soluzione legittima alle equazioni di Einstein”.
La ricerca in Physical Review D si concentra su come gli scienziati potrebbero cercare un wormhole cercando perturbazioni nel percorso di S2, una stella che gli astronomi hanno osservato in orbita attorno al Sagittario A *. Mentre le attuali tecniche di sorveglianza non sono ancora abbastanza precise da rivelare la presenza di un wormhole, Stojkovic afferma che la raccolta di dati su S2 per un periodo di tempo più lungo o lo sviluppo di tecniche per seguirne il movimento in modo piu’ preciso renderebbe possibile questa impresa. Questi progressi non sono troppo lontani, dice Stojkovic, e potrebbero avvenire entro uno o due decenni.