“Io credo che il Mose debba partire subito, lo Stato non può perdere tempo e aspettare un altro anno perché l’acqua alta ritorni”. Così all’Adnkronos Vittorio Sgarbi commenta la notizia dell’alluvione a Venezia verificatasi nelle ultime ore. “Occorre riuscire a chiudere rapidamente questo progetto e farlo partire – continua Sgarbi – è inutile fare altre considerazioni su interventi speciali, questo è stato costoso e speciale, ora bisogna che parta. Non si può continuare a traccheggiare sui tempi, sulla corruzione che ha ritardato, sul fatto che pare che manchino 5 milioni, una cifra minima per chiudere una cosa che è costata 20 miliardi”. Riguardo all’acqua che ha invaso la Basilica di San Marco, Vittorio Sgarbi afferma: “Non conosco l’entità dei danni, ma presumo che sia quella stabilmente legata all’acqua alta, per cui è una questione di edifici, non credo che abbia toccato dipinti o oggetti che sono ovunque esposti in condizioni non raggiungibili dall’acqua”. Alla Basilica di San Marco “esiste un logoramento organico dei materiali che si sfarinano, quindi il rischio è molto alto e molto grave riguardo alle strutture architettoniche. San Marco dopo secoli oggi è allo sfinimento”.
Acqua alta a Venezia, il Mibact: “situazione complessa e preoccupante”
“Impossibile al momento quantificare i danni al patrimonio artistico di Venezia e in particolare a San Marco, ma la situazione e’ estremamente complessa e preoccupante”. Lo conferma all’ANSA il segretario generale Mibact Salvo Nastasi che ricorda di aver attivato l’unita’ di crisi. “Il Ministro Franceschini segue da ieri la situazione passo passo, i soprintendenti sono al lavoro e hanno messo a disposizione tutti i loro restauratori. In attesa delle valutazione stiamo verificando tutti i capitoli di spesa del Mibact per fare il punto sui fondi da destinare al patrimonio artistico veneziano”. Il segretario generale Nastasi parla da Matera dove oggi si sta inaugurando la nuova stazione ferroviaria progettata da Stefano Boeri. “Anche qui – spiega all’ANSA – c’e’ una situazione di allarme che tocca i beni culturali , in particolare i templi ipogei. E anche qui i nostri soprintendenti e tutti i tecnici sono al lavoro per verificare e poi eventualmente quantificare i danni”. Quanto a Venezia, precisa, la situazione e’ preoccupante “Non solo per il livello raggiunto dall’acqua alta, che al momento e’ di soli 7 centimentri inferiore a quello raggiunto nell’alluvione del 1966, ma per la quantita’ di ore in cui i beni artistici, dai preziosissimi pavimenti in marmo della Basilica di San Marco ai rivestimenti lignei, sono rimasti sommersi”. A differenza dell’ultimo allarme di un anno fa, precisa, “L’acqua ha invaso tutta la Basilica e non solo la prima parte”. Per di piu’, aggiunge Nastasi, “il maltempo purtroppo e’ ancora in corso. A Venezia, perche’ si possa fare una quantificazione reale dei danni al patrimonio bisogna aspettare che l’acqua scenda”. L’attenzione, intanto, e’ alta per tutto il territorio italiano: “Ho chiesto ai nostri soprintendenti di tutto il territorio italiano di farci un quadro delle loro situazioni. Al momento pero’ non sono state segnalati altri siti in allarme”.