“Questo palazzo è uno dei simboli di Venezia, se ripartiamo noi riparte la città. E noi siamo pronti a ripartire“, afferma il direttore generale dell’hotel Gritti Paolo Lorenzoni. I dipendenti dello storico hotel che si affaccia sul Canal Grande, da stanotte non si sono fermati un minuto per ripulire i saloni invasi dall’acqua. Le foto del fiume d’acqua che sfonda la porta dell’hotel ed entra nella hall di questo palazzo del 1465, dove la camera standard parte da 700 euro e le suite arrivano a 10mila euro a notte, hanno fatto il giro del mondo. “Eravamo qui e l’abbiamo vista entrare – racconta Lorenzoni – fino alle 22:30 l’acqua aveva raggiunto il metro e 60, ma le paratie hanno tenuto. Poi alle 22:45 si è alzato un vento fortissimo, è arrivata una tromba d’aria e l’acqua ha tracimato. Io una cosa così non l’avevo mai vista“.
I danni, tutto sommato, sono stati contenuti: una porta distrutta, i saloni del piano terra allagati, i tappeti pregiati intrisi di acqua, i divani e le poltroncine completamente bagnati, l’impianto elettrico che è andato in protezione per motivi di sicurezza. Ma nessuno si è arreso. “Abbiamo buttato fuori acqua tutta la notte – dice ancora il direttore generale dell’hotel che ha subito l’ultimo restauro nel 2012 con una spesa di 35 milioni di euro – e abbiamo assistito tutti i clienti al meglio. L’acqua calda è già stata ripristinata, le camere non hanno subito danni e il ristorante, che oggi rimarrà chiuso, domani sarà di nuovo in funzione”. Mentre il direttore parla, in un’altra sala dell’hotel i falegnami sono al lavoro per ripristinare la porta che è stata divelta dalla forza dell’acqua e domani sarà al suo posto. “Domani si riparte, l’hotel sarà in piena efficienza – sottolinea ancora Lorenzoni – anche perché se ripartono i simboli riparte tutta la città. Lo dico ai turisti, che possono venire serenamente a Venezia, e lo dico ai veneziani, che è gente che si è già rimboccata le maniche ed è abituata a guardare avanti, non indietro”.
Venezia: devastazione per le strutture ricettive
Il forte maltempo delle ultime ore ha provocato danni enormi a una delle mete più visitate e amate d’Italia. Strutture ricettive e di ristorazione, caffè e locali storici, negozi di souvenir e di moda, non hanno nemmeno l’elettricità per azionare le pompe e i sistemi anti incendio. Nonostante questo, i turisti non si fermano e continuano ad avventurarsi per le calli ricoperte d’acqua e a San Marco, scattando foto e selfie. “Stiamo contando i danni, si aspettava l’acqua alta – dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – ma non di certo a questi livelli. Poi c’è stata anche una bora molto forte che ha aumentato il problema. Dal 1966 non si raggiungevano certi livelli. Ma bisogna dire che Venezia è una città delicata e sensibile a determinati problemi atmosferici. È una città sull’acqua, non è certo una frana che cade su un paese dove non si aspettava proprio. Certo chi guarda le immagini dei telegiornali oggi non ha voglia di venire a Venezia per Natale… se non saranno fatti degli interventi. Ora l’acqua sta scendendo e bisognerà capire l’entità dei danni al patrimonio, alle strutture abitative a quelle ricettive. Dal punto di vista turistico a Venezia stiamo entrando in bassa stagione, se fosse successo a maggio o a Natale sarebbe stato un vero disastro ma è una città sempre piena di turisti e abbiamo già la certezza di cancellazioni e calo di prenotazioni.”
Marco Michielli, presidente di Confturismo e Federalberghi Veneto e vicepresidente nazionale di entrambe le federazioni, parla anche del Mose che “dovrebbe essere operativo in Laguna da 10 anni“. “Ho scarsissima fiducia che possa funzionare – dice – ma spero di sbagliarmi e sono pronto a rimangiarmi quello che ho detto e anche a scusarmi. Ma devono dimostrare velocemente che funziona, collaudandolo nel giro di pochi mesi. Venezia ha un duplice problema: la subsidenza, e cioè il fatto che la città sprofonda, si sta abbassando, e il mare il cui livello si sta alzando. Quindi se il Mose funziona dobbiamo saperlo prestissimo, altrimenti dobbiamo trovare subito altri progetti alternativi. Siamo “letteralmente” con l’acqua alla gola. Senza contare i danni su tutta la costa da Bibione, “macellata” dal maltempo, a Jesolo e Chioggia“.
Acqua alta a Venezia: il disastro è dovuto anche al riscaldamento globale [FOTO e VIDEO]
Gli fa eco Claudio Scarpa, presidente dell’Associazione veneziana albergatori: “E’ una devastazione: i danni sono ingentissimi e purtroppo non è finita qui. Stanno continuando le alte maree ed essendo saltati i quadri elettrici gli hotel non hanno nemmeno più le pompe disponibili per far uscire l’acqua. Molte le strutture che si sono trovate in gravi difficoltà la scorsa notte, con il picco di marea di 187 centimetri. Uno dei nostri associati aveva dei turisti nelle camere a piano terra che sono letteralmente dovuti fuggire con le loro cose ai piani più alti”.