La carenza di Vitamina D e i legami con le malattie neurodegenerative: quali sono i rischi reali?

Secondo alcuni studi i pazienti con malattie neurodegenerative tendevano ad avere carenza di vitamina D rispetto a persone sane
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Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge principalmente funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio: fa parte di un gruppo di patologie definite “Disordini del Movimento” e tra queste è la più frequente.
La ricerca medica si è soffermata sulla relazione tra tale malattia e i livelli di Vitamina D: sull’argomento ha fatto chiarezza un approfondimento degli esperti di “Dottoremaeveroche“, il sito antibufale della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici*: “Alcune ricerche sembravano dimostrare un’azione della vitamina D sullo sviluppo di questa malattia neurodegenerativa. Per esempio uno studio pubblicato sul Archives of Neurology nel 2008 aveva rilevato una frequenza maggiore di carenza di vitamina D nei pazienti con Parkinson. Lo studio, però, sottolineava come fossero necessari ulteriori ricerche per determinare i fattori che contribuivano a questa carenza e per chiarire il potenziale ruolo della vitamina D nel decorso clinico del Parkinson [1]. Al contrario, uno studio condotto dall’Università australiana di Adelaide e pubblicato su Nutritional Neuroscience a distanza di dieci anni, nel 2018, aveva concluso che la vitamina D non ha benefici sul cervello e sulle malattie a esso connesse, su tutte Parkinson e Alzheimer,” rilevano i medici FNOMCeO.
Studi precedenti avevano scoperto che i pazienti con una malattia neurodegenerativa tendevano ad avere bassi livelli di vitamina D rispetto a persone sane”, ha affermato Krystal Iacopetta, autrice principale della ricerca. “Ciò ha portato all’ipotesi che l’aumento dei livelli di vitamina D potrebbe potenzialmente avere un impatto positivo. Una convinzione diffusa è che questi supplementi potrebbero ridurre il rischio di sviluppare disturbi correlati o limitare la loro progressione. I risultati della nostra revisione approfondita e un’analisi di tutta la letteratura scientifica, tuttavia, indicano che non è così e che non ci sono prove convincenti a sostegno della vitamina D come agente protettivo per il cervello” [2].

Vitamina D alta o bassa: sintomi e cause di carenza ed eccesso

Bibliografia

  • 1 . Evatt ML, DeLong MR, Khazai N, et al. “Prevalence of vitamin D insufficiency in patients with Parkinson disease and Alzheimer disease”. Arch Neurol 2008; 65:1348-52
  • 2 . Iacopetta K, Collins-Praino LE, Buisman-Pijlman FTA, et al. “Are the protective benefits of vitamin D in neurodegenerative disease dependent on route of administration? A systematic review”. Nutr Neuros, 2018; 9: 1-30

(*) La FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, è un organo ausiliario dello Stato e la principale istituzione del mondo medico nel nostro Paese. Come tale essa ha due scopi principali e perfettamente complementari: tutelare la popolazione facendo sì, insieme ad altri organi, che venga garantito e difeso il suo diritto alla salute e, al tempo stesso, vigilare sulla Professione medica, difendendone la dignità e proteggendola da abusi.

Dottoremaeveroche nasce con lo scopo di assolvere a entrambi questi compiti: offrire alla popolazione un’informazione accessibile, scientificamente solida e sempre trasparente, e ai Colleghi strumenti comunicativi nuovi, in linea con i tempi, proficui nell’attualizzare lo scambio che è alla base del rapporto tra medico e paziente.

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