Il trapianto di microbiota (il mix di batteri intestinali) da un donatore sano dimezza il periodo di degenza nei pazienti ricoverati per la temibile infezione da ‘Clostridium difficile‘ e ne aumenta la sopravvivenza nel tempo. E’ quanto dedotto da uno studio pubblicato sugli Annals of Internal Medicine da ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma. Il dato è’ destinato a cambiare la pratica clinica ospedaliera, sostiene Antonio Gasbarrini, Direttore dell’Area Medicina Interna, Gastroenterologia e Oncologia medica della Fondazione, che ha coordinato il lavoro. Lo studio attesta in via definitiva l’efficacia del trapianto di microbiota intestinale (Fmt) da donatori sani contro un’infezione spesso difficilissima e pericolosa, quella da Clostridium difficile: il trapianto aumenta la sopravvivenza a lungo termine di oltre un terzo rispetto alla terapia antibiotica classica e dimezza i giorni di degenza necessari al paziente, riducendo il rischio di gravi complicanze come la sepsi.
‘Clostridium difficile’: la terribile infezione che necessita del trapianto di batteri intestinali
Il trapianto di microbiota da un donatore sano dimezza il periodo di degenza nei pazienti ricoverati per la temibile infezione da 'Clostridium difficile'
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