Da sempre l’uomo, almeno quello che è in grado di guardare al di là del proprio dito o del proprio orticello, desidera conoscere nuova gente e nuovi costumi, scoprire altre civiltà. La storia delle esplorazioni umane ne è la prova.
Inoltre, tanti hanno sognato e sognano oggi di poter avere contatti con civiltà extraterrestri. Ma (purtroppo) questo è un sogno che difficilmente potrà concretizzarsi.
Vediamo perché.
Tutti siamo convinti che un giorno la tecnologia ci consentirà di fare ciò che oggi ci sembra impossibile. Probabilmente un domani potremo curvare lo spazio e magari sfruttare i buchi neri ed i tunnel spaziali per viaggiare e distanze enormi. Ed ancora, potrà essere inventato qualcosa che ci consentirà di comunicare superando il limite della velocità della luce, cui viaggiano le onde elettromagnetiche.
In un mare infinito di galassie che riempiono l’Universo, solo nella nostra, la Via Lattea, esistono 200 miliardi di stelle.
Recentemente si è scoperto come l’esistenza di sistemi planetari attorno ad una stella rappresenti la norma e non l’eccezione e che il numero di pianeti nella nostra galassia sia stimabile addirittura in 100 miliardi.
Questo numero è immensamente grande, ma non dice nulla sulle possibilità che la vita possa effettivamente svilupparsi su tali pianeti, ancor di più che ciò avvenga secondo i criteri a noi noti, né tantomeno che il processo evolutivo possa arrivare fino a generare una civiltà evoluta.
Possiamo provare a fare delle ipotesi, che rimangono per la verità solo ipotesi, ma che, tuttavia, non sono in conflitto con quanto sarà avanti detto.
Una stima più ottimistica potrebbe condurre ad una probabilità maggiore di due ordini di grandezza. I pianeti “evoluti” diventerebbero 50.000, un numero insignificante su scala cosmica, ma decisamente grande in valore assoluto.
Le precedenti asserzioni, certamente non dimostrabili, tuttavia ragionevolmente ipotizzabili e comunque non distorsive delle conclusioni cui si arriverà avanti, ci portano a dedurre che solo nella nostra galassia potrebbero esserci alcune migliaia di civiltà intelligenti.
Ma sarebbe meglio dire, che esistono, o sono esistite o che esisteranno.
E proprio questo è il punto.
Al di là della collocazione fisica di due ipotetiche civiltà evolute all’interno della nostra galassia, potenzialmente separate da distanze comprese tra pochi anni luce fino ad alcune decine di migliaia, la condizione necessaria affinché possa stabilirsi tra esse una qualsiasi interazione, al di là del livello tecnologico dalle stesse civiltà raggiunto, è la coincidenza temporale della loro scala evolutiva.
Non è detto che se sulla Terra è il 2019, sul pianeta X ci si trovi, non dico in un similare periodo storico, ma addirittura nella stessa era geologica. In termini pratici, l’avere individuato dei pianeti situati nella zona abitabile di altri sistemi solari ed atteso che effettivamente la vita vi si possa sviluppare come da noi, non vi è alcuna certezza che le civiltà di entrambi i pianeti possano mai comunicare tra di esse e né tantomeno incontrarsi. Anzi la logica, nonché la matematica, ci dicono che è esattamente l’opposto.
E ciò non per la distanza, ma per le differenze del loro stadio evolutivo.
Proviamo a fare un esempio.
Facciamo adesso un esperimento.
Prendiamo 10 mila barre metalliche, ognuna lunga 5 km e, con il pennarello, ne coloriamo la circonferenza di ognuna, in modo causale, in un punto delle stesse, per circa 3 mm di della loro lunghezza, formando una sottilissima banda colorata.
Poniamo adesso tutte le barre, una accanto all’altra, perfettamente allineate e, da una posizione che ce lo consenta, proviamo a verificare quante bande colorate si vengano a trovare in posizioni coincidenti nelle varie barre.
La prova credo che nessuno l’abbia mai fatta, ma appare tuttavia evidente che l’allineamento di bande colorate presenti in più barre possa considerarsi un evento altamente improbabile.
Si riesce così a comprendere quanto improbabile possa risultare che due o più pianeti simili al nostro possano trovarsi contemporaneamente nel medesimo stadio evolutivo.
Tuttavia, mi pare (purtroppo) improbabile che oggi, come domani, potremo con loro interagire, almeno fino a quando non saremo riusciti a viaggiare anche nel tempo.
Ma questo è un altro discorso.