La crescita del livello dei mari dovuta ai cambiamenti climatici può rendere gli tsunami ancora più devastanti. L’allerta è stata lanciata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Il rischio di tsunami ancora più gravi sono immensi perché, come rileva l’Onu in occasione della Giornata di sensibilizzazione sugli tsunami, 680 milioni di persone nel mondo vivono sulle coste e nel 2050 si stima che potrebbero essere più di un miliardo.
Dopo l’evento che ha sconvolto l’oceano indiano causando 230 mila vittime in 14 Paesi, e di cui quest’anno ricorre il quindicesimo anniversario, i dispositivi di allerta rapido sono molto migliorati, sottolinea l’Onu, non solo per quanto riguarda l’Oceano Pacifico ma anche per quello indiano, per i Caraibi, l’Atlantico del nord est e il Mediterraneo e ciò ha permesso di salvare molte vite umane.
“Ciononostante – ha aggiunto Guterres – le perdite economiche sempre più pesanti subite in questi ultimi 20 anni dimostrano quanto non sia ancora stata presa piena coscienza dell’importanza di proteggere le infrastrutture critiche dai disastri naturali”.
Nel corso dei due ultimi decenni gli tsunami sono stati la causa del 10% delle perdite economiche dovute a catastrofi. Perdite che hanno ritardato i progressi in materia di sviluppo. Per questo le Nazioni Unite sottolineano come la riduzione dei rischi è una componente essenziale dell’azione per raggiungere gli obiettivi di sviluppo durevole fissati dall’Agenda 2030 e incoraggiano i Governi ad investire nella resilienza.