Il dolore al petto viene percepito come un senso di malessere a livello del petto.
Le cause possono essere svariate: dai disturbi gastro-intestinali (es. reflusso gastroesofageo, pancreatite, ulcera gastroduodenale, patologie del tratto biliare), alle sindromi coronariche acute (infarto del miocardio, dissecazione aortica, angina), fino a vari tumori toracici. In base alla causa, il dolore può essere acuto, simile ad una coltellata, oppure pressante.
In caso si avverta questo tipo di dolore, la prima cosa da fare è certamente evitare di fare autodiagnosi, contattando il medico di fiducia e spiegando dettagliatamente i sintomi che si avvertono (comunicando eventuali familiarità con problematiche cardiache e l’assunzione di farmaci).
In caso di segnali che lasciano supporre che si tratti di infarto (dolore al petto centrale, simile ad un’oppressione che parte da dietro lo sterno e può estendersi a braccio, mandibola e spalla del lato sinistro, aumentata sudorazione, nausea, malessere generale e difficoltà respiratorie), non esitate a contattare il 118 o a recarvi personalmente al pronto soccorso.
Cos’è il dolore al petto
Il dolore al petto – spiegano gli esperti dell’Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario – è un senso di malessere che viene percepito a livello del petto, ovvero la regione anatomica corrispondente alla parte anteriore del torace e compresa all’interno della gabbia toracica. Poiché sono molte le strutture anatomiche contenute nel petto, tra cui cuore, polmoni, esofago, grandi vasi sanguigni, oltre a muscoli, ossa (costole) e cartilagini (costali), il dolore al petto può esser causato da diverse patologie, anche molto differenti tra loro. Il dolore può essere dato dalle sindromi coronariche acute (angina pectoris, infarto miocardico), ai disturbi dell’apparato digerente (ulcere, pancreatite, reflusso gastroesofageo) fino ad arrivare a pleuriti (processo infiammatorio a carico della pleura, la membrana sierosa che ricopre la superficie dei polmoni), diversi tipi di neoplasie e traumi.
Può manifestarsi come un dolore sordo e continuo dietro lo sterno, simile a un senso di oppressione, oppure come una fitta acuta.
Dolore al petto: quali malattie si possono associare?
Le patologie che possono risultare associate al dolore al petto – secondo gli esperti dell’Humanitas Research Hospital – sono le seguenti:
- Allergie respiratorie
- Aneurisma aortico
- Angina pectoris
- Artrosi cervicale
- Asma
- Aterosclerosi
- Attacco di panico
- Calcoli cistifellea
- Coronaropatia
- Dislipidemie
- Ebola
- Embolia
- Embolia polmonare
- Enfisema
- Ernia del disco
- Ernia iatale
- Esofagite
- Fuoco di Sant’Antonio
- Infarto miocardico
- Infarto Polmonare
- Intossicazione da monossido di carbonio
- Ipertrofia ventricolare
- Lupus eritematoso sistemico
- Malattia di Chagas
- Pancreatite
- Pleurite
- Polipi intestinali
- Polmonite
- Reflusso gastroesofageo
- Sclerodermia
- Tetano
- Toxoplasmosi
- Tracheite
- Trauma
- Tubercolosi
- Tumore al polmone
- Ulcera duodenale
- Ulcera gastrica
- Ulcera peptica
Gli esperti ricordano che l’elenco non è esaustivo ed è sempre bene chiedere consulto al proprio medico, soprattutto se il disturbo persiste.
Dolore al petto: quali sono i rimedi?
Il dolore al petto non è una patologia a sé stante ma un sintomo di altre condizioni mediche. Il disturbo non viene quindi trattato direttamente, ovvero mediante terapia apposita, ma indirettamente, ovvero tramite la risoluzione della patologia medica che ne è all’origine e che lo ha scatenato.
Dolore al petto: quando rivolgersi al medico?
E’ necessario rivolgersi al medico in caso di trauma o in presenza (o rischio) di una delle patologie associate.
Si tenga presente che le informazioni presenti in questa pagina sono di natura generale e a scopo divulgativo e non sostituiscono in nessun caso il parere del medico, il primo punto di riferimento a cui ricorrere per avere informazioni, chiarimenti, e a cui affidarsi per consigli o esami.