Elena Santarelli è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
La Santarelli ha parlato del suo libro, ‘Una mamma lo sa‘, in cui racconta la lunga e sofferta battaglia del figlio Giacomo: “Avevo molta paura. Quando sai che dietro a quelle pagine c’è la verità e non è una storia inventata può far paura aprire il libro e leggere. Mi fa piacere che stia andando bene. Ho ceduto tutti i miei diritti al progetto Heal, mi fa piacere ricevere tantissimi messaggi dalla gente, mi scrivono tante donne e tanti uomini da tutta Italia, ma anche tante ragazze e persone più giovani. Non è un libro solo per le mamme. Tante persone mi raccontano di essere cambiate, perché si lamentavano dalla mattina alla sera anche per un semplice mal di pancia, mentre questo libro le porta ad alzarsi dal divano con uno spirito diverso. Ho provato a descrivere quello che si prova. Una volta mi ha scritto una ragazza che si è ammalata come Giacomo a dieci anni. Lei ora ha ventitré anni, sta bene, ma ha capito con questo libro quello che hanno passato i suoi genitori“.
Lei aveva pensato di rasarsi i capelli a zero: “La psicologa dell’ospedale però mi ha detto che avrei sbagliato. Sarebbe stato come far capire a Giacomo che la situazione era veramente grave. Non dovevamo compatire Giacomo. Dovevamo accompagnarlo, ma non ci doveva fare pena. Questo concetto all’inizio era molto difficile da capire. Ma poi l’ho fatto mio. Continuare la vita di sempre, far finta di nulla, nei limiti del possibile, è stato importantissimo. Non bisogna fare di testa propria, i professionisti possono sempre dare una mano“.
Sul rapporto con il marito: “Tra me e Bernardo c’è un amore di base molto forte. Un amore vero, puro. Credo si veda che siamo una coppia un po’ diversa…Sicuramente momenti di nervosismo ci sono stati, ma entrambi abbiamo capito che erano momenti dovuti a una situazione di difficoltà“.
Elena Santarelli ha parlato anche degli haters: “C’era una persona che mi criticava abbastanza, ma dopo aver letto il libro mi ha chiesto scusa. Era uno di quelli che mi scriveva che non dovevo andare a lavorare, perché dovevo stare a casa con mio figlio. Ce ne sono ancora di haters. Ce n’è uno tutti i giorni che ci augura le cose peggiori. Non ci sono chemio per certe persone. Purtroppo il male esiste. Instagram e Facebook hanno aperto le gabbie ai fuori di testa. Bisognerebbe far dare alla gente la propria carta d’identità e il proprio numero di telefono quando si apre un profilo. Dati che devono rimanere privati ma che devono rendere identificabile una persona se si rende protagonista di offese gravi“.