Esplosione Alessandria, il proprietario della cascina ha confessato: “Poteva evitare la tragedia”, indagata anche la moglie [GALLERY]

E' Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa di Quargnento (Alessandria), l'uomo fermato dai carabinieri del Comando provinciale di Alessandria nell'ambito delle indagini per la morte dei tre vigili del fuoco
Alessandria, esplode cascina a Quargnento
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E’ Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa di Quargnento (Alessandria), l’uomo fermato dai carabinieri del Comando provinciale di Alessandria nell’ambito delle indagini per la morte dei tre vigili del fuoco. A renderlo noto è l’avvocato Laura Mazzolini. “Ho assistito all’interrogatorio, non posso dire nulla”, ha detto inizialmente il legale lasciando gli uffici dell’Arma in piazza Vittorio Veneto. L’uomo si trova ancora all’interno della caserma.

“Penso che tra poco avrete delle dichiarazioni ufficiali”, si è limitata ad aggiungere l’avvocato Laura Mazzolini lasciando il Comando provinciale dei carabinieri di Alessandria. Nell’esplosione sono morti tre vigili del fuoco ed altri due sono rimasti feriti insieme ad un carabiniere.

L’uomo fermato ha confessato: tentativo di frode assicurativa 

C’è una tentata frode all’assicurazione dietro la tragedia di Quargnento per la quale i carabinieri hanno fermato la scorsa notte Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa in cui sono morti tre vigili del fuoco. Lo rende noto il procuratore di Alessandria Enrico Cieri nel corso di una conferenza stampa. L’uomo fermato ha confessato, negando però l’intenzione di volere uccidere.

Indagata anche la moglie del proprietario

La moglie di Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina di Quargnento nella cui esplosione sono morti tre vigili del fuoco, e’ indagata a piede libero nell’inchiesta che ha portato all’arresto del marito. Lo rende noto il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, in conferenza stampa.

Il fermato era indebitato

Giovanni Vincenti e la moglie erano “fortemente indebitati”. Lo afferma in conferenza stampa il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, illustrando i particolari dell’operazione che ha portato al fermo di Vincenti e a indagare la moglie a piede libero per la morte di tre vigili del fuoco nella esplosione della cascina di Quargnento. “Lo scorso agosto – rivela il magistrato – l’assicurazione dell’edificio era stata estesa al fatto doloso. Il premio massimale era di un milione e mezzo di euro”.

La tragedia si poteva evitare 

“Il timer era stato settato all’1.30 ma accidentalmente c’era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahime’, ha allertato i vigili del fuoco“.  Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina di Quargnento nella cui esplosione sono morti tre vigili del fuoco, poteva evitare la tragedia. Lo spiega il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri. “La notte della tragedia Vincenti e’ stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato – spiega il magistrato –. Vincenti non ha detto che all’interno della casa c’erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era intorno all’1, ci sarebbe stata mezz’ora di tempo per evitare la tragedia”.

Vincenti ha sostenuto di non averlo detto perche’ “sconvolto per un gesto andato al di la’ delle intenzioni”. Nel corso dell’interrogatorio, ha ribadito piu’ volte che “non voleva uccidere”. Nei suoi confronti resta pero’ l’accusa di omicidio volontario plurimo, oltre a quelle di disastro e lesioni.

La confessione di Giovanni Vincenti, l’uomo fermato per la tragedia di Quargnento, e’ stata “precisa, esaustiva, riscontra le evidenze oggettive acquisite in precedenza”. Lo precisa il procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, illustrando i particolari dell’indagine dei carabinieri del Comando provinciale di Alessandria. “Questi uomini – ha aggiunto il magistrato riferendosi ai militari dell’Arma – lavorano da giorni a pancia a terra”. Gli accertamenti proseguono: “l’intenzione dell’attivita’ investigativa e’ arrivare a un quadro pieno di elementi circostanziati e conferme. Un lavoro che e’ stato e continua ad essere fatto bene”.

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