In Italia il dissesto idrogeologico “ha radici antiche, risale all’Età del Ferro. Ora è diventato un problema sociale”

"Le cause del dissesto idrogeologico sono molteplici e solo in parte connesse ai cambiamenti climatici"
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Ben 61,5 miliardi di euro di danni solo dal 1944 al 2012. Poi dobbiamo aggiungere i tanti danni degli ultimi 7 anni. Abbiamo convocato per Venerdì 29 Novembre una convention nazionale che metterà insieme grandi esperti italiani sull’Analisi e l’attività di mitigazione dei processi geo – idrogeologici in Italia. Dal 1944 al 2012, nel nostro Paese le frane oltre ad aver causato centinaia di morti, hanno anche prodotto 61,5 miliardi di euro di danni. Gli esperti si concentreranno sui fenomeni franosi ed alluvionali, anche di queste ore; sull’occupazione da parte dell’uomo delle zone pericolose; sugli interventi strutturali per ridurre la vulnerabilità dei beni esposti (e di conseguenza il rischio geo-idrologico) e sulla gestione dell’emergenza. Particolare attenzione sarà rivolta agli interventi non strutturali utili alla prevenzione del rischio geo-idrologico”: lo ha annunciato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana Geologia Ambientale, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente.
L’intento è quello di promuovere la cultura della prevenzione – ha proseguito Fiore – e non dimenticare che siamo a 30 anni dalla Legge 183/1989 che fu la prima normativa organica italiana sulla difesa del suolo.
Venerdì vogliamo coinvolgere le istituzioni, i professionisti, gli Enti pubblici e gli Enti di ricerca più impegnati nella previsione, prevenzione – ha continuato Fiore – monitoraggio e mitigazione del rischio geo-idrologico”.

In Italia il Dissesto Idrogeologico ha radici antiche.
“Il cosiddetto dissesto idrogeologico in Italia ha radici antiche. Nasce probabilmente con l’Età del Ferro con lo sviluppo degli strumenti per il disboscamento su vasta scala.
E’ tuttavia nella seconda metà del Novecento che, con il boom economico e demografico – ha dichiarato Nicola Casagli, Docente di Geologia Applicata dell’Università di Firenze il rischio idrogeologico è diventato un problema sociale di primaria importanza per il nostro Paese.
Le cause del dissesto idrogeologico sono molteplici e solo in parte connesse ai cambiamenti climatici. I fattori principali del dissesto possono essere attribuiti al consumo di suolo, all’uso del suolo non consono e all’inadeguatezza delle norme sulla pianificazione urbanistica e sull’edilizia”.
Nicola Casagli è Presidente dell’International Consortium on Landslides, si tratta del Consorzio Mondiale che promuove la ricerca, la valutazione e la mitigazione dei rischi dei fenomeni franosi.
In un’epoca in cui il nostro Paese, a ogni pioggia di intensità poco maggiore al normale, si caratterizza per effetti al suolo spesso devastanti, è fondamentale mantenere aperto il confronto fra tutti gli addetti ai lavori affinché – ha concluso Michele Orifici, Vicepresidente Nazionale della SIGEA e Presidente della SIGEA Sicilia – dalle analisi e dai modelli relativi ai processi geo-idrologici (frane, alluvioni, sprofondamenti) si possa giungere a concrete azioni di salvaguardia delle popolazioni e del costruito.
In quest’ottica, la SIGEA, attraverso l’organizzazione del Seminario Nazionale “Analisi e attività di mitigazione dei processi geo-idrologici in Italia”, nel quale si confronteranno i maggiori esperti italiani sul tema, intende consegnare alla nostra Nazione elementi per attuare iniziative volte alla mitigazione dei rischi geo-idrologici. Tutto ciò con l’auspicio che, ognuno per il proprio ruolo, il mondo scientifico, quello professionale, le istituzioni a ogni livello, le associazioni di volontariato e soprattutto la popolazione, sinergicamente, si impegnino con azioni, con attività di formazione e pianificazione, con i corretti comportamenti in caso di emergenza, per la riduzione dei fattori che generano tali rischi”.

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