Venezia è stata assediata letteralmente sommersa dall’acqua alta nelle scorse ore: la marea, con il vento di scirocco a 100 km/h ha sfiorato la paurosa soglia di 190 centimetri sul medio mare. Il picco, alle 22:50, è stato di un 187 cm. E’ la seconda misura nella storia della Serenissima, subito dietro al record dei 194 centimetri del 1966.
I danni in città sono gravi: gondole e barche strappate dagli ormeggi e spinte sulle rive, 3 vaporetti affondati, imbarcazioni alla deriva.
Si contano anche due vittime, tra cui un anziano di 78 anni che nell’isola di Pellestrina è rimasto fulminato, per un corto circuito, mentre la marea invadeva la sua casa.
Allagata la Basilica di San Marco: la cripta, ha riferito la polizia municipale, è stata sommersa completamente. Nel momento del picco, nell’edificio si registravano 110 cm d’acqua.
Tutto il centro storico è stato allagato: su questi livelli non ci sono passerelle o paratoie che tengano. I veneziani hanno assistito impotenti all’ingresso dell’acqua nelle calli, nelle piazze.
L’alta marea ha spinto l’acqua sin dentro l’aula del Consiglio regionale del Veneto a palazzo Ferro Fini, che si trova lungo il Canal Grande. “Mai si era verificata una situazione del genere – ha dichiarato il presidente del Consiglio, Roberto Ciambetti -. Le paratie antiallagamento non sono state sufficienti a contenere l’ondata di piena, né è stato possibile lasciare il palazzo, stante la difficoltà di manovra delle lance e il difficile accesso al pontile; si è preferito garantire la sicurezza e rimanere quindi tutti a palazzo. Sono particolarmente spiaciuto per il disagio recato soprattutto ai dipendenti impegnati nell’assistenza ai lavori consiliari: devo ringraziare tutti per il senso di responsabilità dimostrato. Noi tutti siamo consci di vivere un momento eccezionale, una pagina di storia drammatica per la città di Venezia dopo l’alluvione del 1966“.
Il vento di scirocco, al mattino girava da nordest raggiungendo le coste del Veneto, ma in serata si è intensificato: ha iniziato a spirare con raffiche fino a 100 km/h, e ha gonfiato la laguna. Alle 22 Piazza San Marco era deserta e spettrale, sommersa da quasi un metro d’acqua, le onde si infrangevano sulle colonne di Palazzo Ducale, sulla Basilica di San Marco.
“E’ un disastro, questa volta bisognerà contare i danni“, ha affermato il sindaco Luigi Brugnaro, mentre in barca effettuava un sopralluogo. “Stiamo affrontando una marea più che eccezionale – spiegava nelle scorse ore – Siamo tutti mobilitati per gestire l’emergenza“. “Chiederemo lo stato di crisi. Cittadini e imprese raccolgano materiale utile a dimostrare i danni subiti: foto, video, documenti o altro,” ha dichiarato il primo cittadino. L’Amministrazione comunale presenterà richiesta di stato di crisi alla Regione Veneto, ai fini della successiva dichiarazione dello stato di emergenza da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Chiediamo al Governo di aiutarci, i costi saranno alti. Questi sono gli effetti dei cambiamenti climatici. Il Mose va terminato presto“.
I danni si conteranno oggi, ma la marea di ieri rilancia anche il tema del Mose, il colossale sistema di barriere mobili contro le acque alte che attende ancora di essere ultimato, e lascia Venezia in balia di catastrofi naturali.
Tutte le scuole di Venezia e delle isole oggi resteranno chiuse. Il sindaco ha annunciato che chiederà lo stato di calamità naturale per la città.
Ora, mentre sta rapidamente scendendo l’onda di marea record, a Venezia è atteso un nuovo picco molto sostenuto per questa mattina. Il Centro maree del Comune di Venezia ha emesso un nuovo bollettino, che per le ore 10:30 prevede un colmo di 145 centimetri sul medio mare. Per giovedì 14 novembre attesi 130 centimetri, verso le ore 11, e 140 cm venerdì 15, sempre a metà mattinata.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha attivato l’Unità di Crisi della Protezione Civile per fronteggiare l’eccezionale acqua alta a Venezia, con gravissime ripercussioni sull’intera laguna. Nella sala operativa regionale sono operativi l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin e il direttore della Protezione regionale Luca Soppelsa. Si stanno monitorando i danni nella laguna ma anche sull’intera costiera veneta mentre preoccupa la situazione di alcuni fiumi, in particolare il Piave, perché il mare non riceve le loro acque. Attivati i collegamenti con il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale e con il Comando nazionale dei Vigili del Fuoco. Oggi, alle 12, Luca Zaia, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e il direttore del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, Angelo Borrelli, incontreranno la stampa nella sala operativa della Protezione civile regionale, a Marghera.
“L’acqua alta eccezionale (187 cm) di stanotte a Venezia, con una bufera di vento a 100 km/h, ha distrutto barche, causando danni enormi a Pellestrina (dove ci sarebbero due persone decedute), in città e a Murano. Sono andate sotto anche Chioggia e Punta Gorzone, oltre a numerose località del litorale“, spiega Zaia. “Vento forte con danni soprattutto ad alberi in pedemontana trevigiana (in modo particolare sul Montello ma anche a Conegliano Montebelluna Pieve di Soligo). Crollato per erosione l’argine sinistro del Lemene a sud di Concordia Sagittaria“.
“Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ha attivato l’unità di crisi per la verifica e la messa in sicurezza del patrimonio culturale eventualmente danneggiato dall’eccezionale alta marea che sta colpendo Venezia“: lo comunica il segretario generale del Mibact, Salvo Nastasi che sottolinea “che da ieri il ministero sta seguendo passo passo l’evolversi della situazione“.