Sono ore di paura in pianura Padana per il transito della piena del Po. Molte aree golenali sono già inondate, e c’è grande preoccupazione per quello che potrà accadere nelle prossime 48 ore, perchè con le piogge di domani il livello del fiume crescerà ancora. Intanto stamattina oltre un centinaio di persone sono state evacuate in provincia di Parma, nella aree interessate dalla piena del Po, in transito in giornata. E’ la prefettura della citta’ emiliana, al termine della riunione del centro coordinamento soccorsi, a spiegare che “alla luce delle rilevazioni agli idrometri di Piacenza e Cremona, l’Aipo stima livello e portata delle acque superiori alla piena del 2014, che aveva allagato anche le golene chiuse. Pertanto – prosegue la prefettura – sono concreti i rischi sia di sormonto degli argini che le infiltrazioni, i sifonamenti o l’erosione“. Il prefetto dunque ha ribadito ai sindaci dei Comuni sulle rive del fiume “l’assoluta necessita‘” che le golene chiuse abitate vengano sgombrate. Le operazioni riguardano Sorbolo Mezzani (50 persone e un allevamento di bovini), Roccabianca (35 residenti) e Colorno, sei persone. Per altre 20 in aree golenali del torrente Parma e’ stata adottata un’altra ordinanza di sgombero, mentre Polesine Zibello ha evacuato 15 persone, e sospesa la decisione sugli ospiti di una casa protetta. A Sorbolo Mezzani e a Roccabianca sono state allestite strutture di accoglienza, anche se la gran parte degli sfollati ha gia’ trovato una sistemazione privata.
Maltempo, ansia per la piena del Po: ponti chiusi tra Reggio Emilia e Mantova
Dalle 17 di oggi i ponti che collegano le province di Reggio Emilia e Mantova tra Guastalla e Dosolo e Boretto e Viadana saranno chiusi al traffico per tutti i mezzi. Per quell’ora, in base alle stime di Aipo e dell’Agenzia regionale di protezione civile, si prevede infatti che la PIENA del Po si avvicini, all’idrometro di Boretto, al livello di 7,5 metri. Lo hanno deciso di concerto le Province dei due territori. Nel reggiano, dalla stessa ora, saranno chiuse al transito anche la strada provinciale 111 (Asse di Val D’Enza) e la Sp 35 Guastalla-ponte Po fino al confine provinciale. Il traffico da e per la Lombardia verra’ indirizzato in direzione Parma lungo la Sp 62R della Cisa verso il ponte di Casalmaggiore e, in direzione Mantova, lungo la Sp 62R-Variante Cispadana verso il ponte di Borgoforte. I provvedimenti rimarranno in vigore fino alla conclusione del transito del colmo di PIENA, previsto per domani. Intanto questa mattina, come preannunciato, sono state evacuate in via precauzionale le 41 famiglie residenti nella frazione di Ghiarole di Brescello.
Allerta Meteo, l’Emilia Romagna proroga l’allerta rossa per la piena del Po
Prorogata di altre 24 ore l’allerta rossa in Emilia-Romagna a causa del passaggio della PIENA del fiume Po. A comunicarlo è l’ultimo bollettino della Protezione civile regionale e di Arpae. L’allerta, quindi, proseguirà per tutta la giornata di domani fino alla mezzanotte e riguarda tutta l’asta del Po. Il transito della PIENA si prevede con livelli idrometrici superiori alla soglia 3. Nella sezione di Piacenza è atteso un livello superiore alla soglia 2. Per i fiumi Secchia e Panaro la criticità è arancione, per il transito delle piene con livelli idrometrici superiori alla soglia 2, che si manterranno stazionari o in lenta diminuzione per la concomitanza della PIENA del fiume Po. Si prevede che il colmo di piena del Po raggiunga Casalmaggiore in nottata e Boretto nella tarda mattinata di domani, 27 novembre, con valori superiori alla soglia 3 di criticita’ (elevata,colore rosso). Tale livello – informa Aipo, che si occupa del monitoraggio del fiume 24 su 24, sara’ presente lungo l’asta del Po da Casalmaggiore fino alla foce nelle prossime 48 ore, mentre i livelli stanno decrescendo a monte. I livelli di piena interessano le aree golenali, per cui e’ raccomandata massima prudenza vicino alle stesse e nelle aree nei pressi dei fiumi.
Allerta Meteo, anche il Veneto dichiara l’allerta rossa per la piena del Po
La Protezione Civile del Veneto ha dichiarato l’Allerta Rossa (Stato di Allarme) in relazione all’atteso transito dell’onda di piena del fiume Po fino alle ore 14.00 del 30 novembre prossimo. La fase operativa di “Allarme” nella zona di allertamento de Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco-Basso Adige (“Vene-D”) e’ riferita al transito del colmo di piena lungo le sezioni venete del fiume. Con il passaggio della piena potranno essere interessate le strutture e le attivita’ poste nelle aree golenali aperte, mentre non si prevede l’interessamento delle aree golenali chiuse. Viene raccomandato di interdire l’accesso nelle golene aperte, compreso l’utilizzo delle piste ciclabili, e di mantenere la massima attenzione lungo il corso d’acqua. Per motivi di sicurezza e’ vietata la navigazione da diporto fino al rientro sotto le soglie di criticita’. La Protezione civile raccomanda ai Comuni interessati e agli enti gestori di provvedere al divieto al transito di mezzi e persone attraverso i ponti in barche presenti sui rami di Po, e di aprirli per il libero deflusso della piena e del materiale trasportato. Fino alle ore 14.00 di domani e’ inoltre dichiarato lo Stato di Attenzione (Allerta Gialla) sui Bacini Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone; Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco- Basso Adige; Basso Brenta-Bacchiglione.
Maltempo, paura a Brescello per la piena del Po: il paese di Don Camillo e Peppone è sorvegliato speciale
Brescello osservato speciale. Il paese che ha fatto da sfondo alle avventure di Don Camillo e Peppone fa i conti con il maltempo e con i cambiamenti climatici. Non che le piene del Po rappresentino una novità, basta guardare il film ”Il ritorno di Don Camillo”, 1953, con le immagini (vere) della piazza e della chiesa allagate a seguito della piena del 1951. D’altra parte, lì l’abitato è storicamente costruito sotto il livello dell’argine. Solo che “con i cambiamenti climatici, eventi che si verificavano in queste zone ogni 25-30 anni, ora si ripetono ogni anno”, spiega all’AdnKronos il geologo Maurizio Zamboni, stamattina sul posto, membro di Sigea, la società italiana di geologia ambientale”. Brescello e l’adiacente Boretto, e poi Suzzara, Guastalla, Luzzara. Tutti paesi nati e cresciuti vicino all’acqua, costruiti sotto l’argine “e per quanto gli argini maestri del Po siano saldi e sicuri, qualcosa può sempre succedere”, spiega Zamboni. Sono luoghi, continua il geologo, “storicamente a vulnerabilità elevata. A Brescello gli allagamenti sono sempre stati frequenti, ma il problema è che con i cambiamenti climatici il rischio diventa maggiore ed è più probabile che, in assenza di manutenzione e azioni di salvaguardia, prima o poi possa verificarsi una rottura arginale, con allagamenti e inondazioni”. Insomma, per salvare questi luoghi “ci vuole un’azione di salvaguardia in un’ottica futura, mettendo in campo competenze e risorse”. Paesi da sempre abituati a convivere con il Po, “ma l’espansione urbanistica mal gestita, le concentrazioni di piogge e i cambiamenti climatici che portano ad eventi sempre più frequenti e continuativi rappresentano problemi da non sottovalutare”, conclude Zamboni.