Previsioni Meteo – Nell’ultimo editoriale relativo al mese di dicembre di qualche giorno fa, si era evidenziato un elemento di spicco come possibile caratterizzante il primo mese invernale, ossia un generale recupero dell’alta pressione a scala europea. Una tendenza che già si pone come elemento di novità, in seguito a un mese di novembre che è iniziato perturbato e spiccatamente autunnale e che dovrebbe avere un seguito altrettanto instabile per almeno 3/4 di mese, salvo forse solo l’ultima settimana.
Avevamo, però, anche prospettato delle varianti, velatamente desumibili dai primi dati mensili, costituite da possibili e temporanee influenze più fredde continentali sul fianco orientale dell’alta pressione, e che avrebbero potuto portare delle variazioni in senso invernale rispetto ad un andamento anticiclonico più ricorrente. Sulla base di ultimissimi dati aggiornati, di queste ultime ore, non solo confermiamo i disturbi più freddi e instabili che potrebbero insidiare l’alta pressione dicembrina ma, aggiungiamo anche, che alcune simulazioni ultime iniziano a dare questi disturbi più ricorrenti di quanto non si fosse prospettato dai dati di qualche giorno fa.
Insomma, potrebbe delinearsi all’orizzonte un mese di dicembre che in più di qualche fase potrebbe avere spiccati connotati invernali, naturalmente in un contesto generale che rimarrebbe frequentemente egemonizzato da un’alta pressione con radici iberiche e con performance estensive, talora fino al centro Europa, talaltra anche fino al Mare del Nord.
Entrando più nei dettagli, riteniamo che la prima settimana del mese o forse anche prima decade, possano essere caratterizzate da una crescente concentrazione dei massimi di pressione in prossimità della Penisola iberica, Est Atlantico, magari con promontorio proteso mediamente fino alla Francia o ai settori meridionali del Regno Unito, ma con enfasi estensive meridiane fino a gran parte del Regno Unito o anche al Mare del Nord e ai settori baltici. Potrebbe realizzarsi, nella sostanza, una configurazione barica del tipo rappresentato nella prima immagine. Si tratterebbe di un discreto blocco alla circolazione zonale con alta pressione, si a volte abbastanza ingombrante anche verso il Centro Europa e il Mediterraneo centrale, ma, proprio in corrispondenza di queste aree, si paleserebbe una maggiore fragilità della copertura anticiclonica.
Dunque, prima settimana o decade di dicembre a rischio prime irruzioni di aria fredda di stampo invernale provenienti dal Mare del Nord, settore scandinavo-baltico, e dirette, in particolare, sulle regioni orientali dell’Italia, più nello specifico su quelle del medio-basso Adriatico, relative appenniniche e sul Sud Italia.
Per il prosieguo del mese, l’evoluzione ultima elaborata su una media di simulazioni proposte dal centro di calcolo europeo ECMWF, vedrebbe alcune fasi con maggiori performance anticicloniche anche verso l’Europa centrale e Mediterraneo e altre con cedimenti dell’alta pressione che risulterebbe più vulnerabile in prossimità del Centro Europa e proprio sul Mediterraneo centrale. Sulla base di questo prospetto barico dovremmo attenderci, per il corso della seconda e terza decade di dicembre, da una parte alcune giornate più stabili, magari anche abbastanza soleggiate nelle ore diurne, ma con l’insidia di nebbie notturne e mattutine sulle pianure del Nord e nelle valli appenniniche e anche con inversione termica apprezzabile e, dall’altra, giornate caratterizzate da incursioni più fredde e instabili subpolari, con rischio piogge e anche neve a quote medio-basse.
Naturalmente non è dato, sulla base di analisi grossolane e a una tale rilevante distanza, scendere più nei dettagli, ma si può cogliere già un dato saliente, ossia che non ci sarebbero le condizioni, anche per la seconda e terza decade di dicembre, per la persistenza della stabilità e che l’alternativa a essa, comunque, potrebbero essere correnti mediamente abbastanza fredde settentrionali o nord-occidentali e non correnti atlantiche umide e temperate. Quindi, prospettive di un mese invernale più dinamico, caratterizzato da maggiori occasioni per circolazione abbastanza fredda e instabile.
Infine, un cenno anche al possibile prosieguo della stagione invernale. Molto complicata si pone quest’anno l’indagine stagionale. La difficoltà è data sostanzialmente da una coesione sorprendente di tutti i maggiori centri di calcolo analizzanti il lungo periodo, circa un inverno mediamente mite, certamente non freddo e anche poco instabile. Si tratta di evoluzioni su base statistica, spesso estrapolate sulla base di mesi di medie bariche e termiche per la gran parte, e magari non sempre ponderanti alcuni elementi singolari che stanno caratterizzando quest’ultimo periodo autunnale. Dal nostro punto di osservazione, scorgiamo alcuni comportamenti nella stratosfera, alcune persistenze nella circolazione troposferica, nonché alcune anomalie o incertezza di segnale di qualche indice stagionale che ci pongono almeno il dubbio circa la stabilità e la mitezza del prossimo inverno, così come proposto dai maggiori centri di calcolo mondiali, compreso l’europeo ECMWF. Riteniamo che almeno parte della stabilità e della mitezza proposta dai modelli stagionali, possa essere smentita per diverse aree continentali, quella mediterranea compresa, ma non escludiamo che possano esserci anche sorprese in questo prossimo inverno, tali da sovvertire completamente il prospetto stagionale visto dai centri di calcolo. Per questo, preferiamo ancora attendere l’evoluzione di novembre prima di emettere anche la nostra idea circa le possibili caratteristiche dell’inverno prossimo.
Intanto, la redazione di MeteoWeb aggiornerà periodicamente, nel corso di questo mese, la tendenza relativa a dicembre, sulla base dei dati via via acquisiti.