Ancora dubbi sulla tragedia di Rigopiano che, il 18 gennaio 2017, costò la vita a 29 persone in un resort travolto da una valanga e sulla possibilità che la tragedia potesse essere evitata se i soccorsi fossero intervenuti prima. Alcune segnalazioni sarebbero state ignorate ed in particolare una telefonata che segnalava la situazione, quella di Gabriele D’Angelo, il cameriere di Penne dell’hotel Rigopiano tra le 29 vittime, sarebbe stata occultata nelle stanze della prefettura di Pescara. Secondo un servizio del TgR Abruzzo, andato in onda nell’edizione delle 19.45 del 20 Novembre 2019, infatti, il 24 gennaio 2017, a Penne, “l’allora prefetto Provolo convocò i vertici delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco nel palazzetto dello sport trasformato in quartier generale dei soccorsi”. Una inchiesta del tg regionale dell’ottobre 2018 “raccontò tra l’altro che quella riunione si svolse in un magazzino al riparo di occhi e orecchie indiscrete” riportando di “tensioni e di uno scontro acceso tra i presenti” di cui “la fonte riservata e anomina non ci spiegò i motivi. A svelarli quasi tre anni dopo la tragedia è l’ex comandante dei vigili del fuoco di Pescara, Vincenzo Palano” che al TgR Abruzzo ha raccontato “la sua versione dei fatti in quanto testimone diretto. Durante la riunione l’ex prefetto “inistette molto sulle notizie di una telefonata dall’hotel Rigopiano ricevuta al Coc di Penne prima della valanga. L’altro protagonista della storia è l’ingegner Luca Verna coordinatore del posto di coordinamento avanzato per l’emergenza neve, insediato dalla prefettura la mattina della tragedia nella sede che ospitava anche il Coc. Secondo il racconto di Palano, “Verna sostenne di non sapere nulla di quella telefonata”. La scontro Provolo/Verna non fu tracciato nel verbale della riunione agli atti del fascicolo. E alla domanda sul perchè non ha raccontato questi episodi agli inquirenti, l’ex comandante dei vigili del fuoco Palano risponde e dice: “nessuno mi ha mai posto domande su quella “. Dunque, prosegue il servizio del TgR Abruzzo, “il presunto depistaggio nascerebbe a Penne nel corso di una riunione ufficiale e riguarda la prima telefonata di Gabriele D’Angelo alle 11.21. Qualche giorno dopo si consuma il secondo occultamento quello riscontrato dagli inquirenti relativo alla richiesta di aiuto del cameriere dell’hotel ricevuta dal centralino della prefettura alle 11.38”.