Uno sciame sismico sta interessando la zona di Benevento. Numerose le scosse registrate nelle ultime ore con magnitudo superiore a 2, diverse di magnitudo pari o superiore a 3. A causa dello sciame sismico in atto, le scuole e gli uffici pubblici di Benevento e Ceppaloni sono rimasti chiusi. MeteoWeb ha contattato il Prof. Enzo Mantovani, docente di Fisica Terrestre presso il Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena, che già in passato ha collaborato numerose volte con il nostro giornale, per chiedere un commento su quanto sta avvenendo in queste ore nella zona di Benevento.
“Mi sembra una sequenza di terremoti assolutamente normale, come ce ne sono tante in Italia. Una cosa così non permette di dire assolutamente niente. Sicuramente quella è una zona che ha subito delle scosse molto forti in passato, ma con l’attività che c’è adesso non si può dire niente di particolare”, ha spiegato Mantovani, che ha ricordato la pericolosità della zona: “Quella è una zona pericolosa perché in passato sono avvenute molte scosse. Per esempio, nel 1456 c’è stata una scossa di magnitudo 6.6, nel 1688 di magnitudo 6.7, nel 1702 di magnitudo 6.3. Tutte scosse che sono paragonabili a quelle del 1980 dell’Irpinia. Anche le zone dell’Irpinia lì vicino hanno subito molte scosse molto pericolose. Quindi come zona sicuramente è pericolosa in assoluto, ma quello che succede in questi giorni non può assolutamente permettere a nessuno di fare previsioni sulla pericolosità di questa zona, cioè non si può dire niente che non si potesse dire un mese fa o 3 anni fa. C’è stata un po’ di attività, ci sono state 9 scosse circa di magnitudo maggiore di 2, ma questo succede in moltissime altre zone dell’Italia. Per il momento non ci sono elementi per temere che ci siano dei pericoli in questa zona, perlomeno non più del solito, perché questa è una zona che può subire terremoti anche molto forti. L’attività di questi giorni non presuppone niente di particolare rispetto al solito”.
“In questa zona, i terremoti grossi del passato hanno dimostrato di essere influenzati, di risentire in qualche modo di quello che succede dall’altra parte dell’Adriatico. I grossi terremoti di questa zona in passato hanno seguito, abbastanza in tempi brevi, quelli che sono avvenuti nella zona delle Dinaridi meridionali, tipo Montenegro, Albania. Questo però non cambia assolutamente niente sulla previsione attuale”, ha precisato l’esperto. Due delle ultime scosse degne di nota che si sono verificate in quella parte dei Balcani sono quelle di magnitudo 5.8 e 5.3 in Albania lo scorso 21 settembre , ma per Mantovani non sono in relazione con quanto sta accadendo in queste ore in Campania. “Solitamente le scosse che hanno influenza nella zona dell’Irpinia sono molto più robuste, quindi è un po’ difficile supporre che quella possa avere in qualche modo aumentato la pericolosità di questa zona”, ha aggiunto Mantovani.
Questo sciame sismico sta avvenendo pochi giorni dopo il 39° anniversario del devastante terremoto dell’Irpinia del 1980. Il 23 novembre di quell’anno, alle 19:30, una scossa di 90 secondi calcolata secondo la scala Mercalli al decimo grado devastò nel Mezzogiorno un’area grande quanto il Belgio, uccise quasi tremila persone e lasciò senza casa più di 280 mila persone.