Scuole chiuse sì, scuole chiuse no, scuole chiuse forse.
Come al solito, nel caos amministrativo tipico della nostra bella Italia e in particolare del nostro soleggiato Sud, ognuno fa ciò che gli pare. Perché, si sa, nel caos è più facile arrampicarsi sugli specchi in caso di necessità. Oggi il maltempo, ampiamente annunciato su MeteoWeb, ha colpito gran parte della regioni meridionali, portando in alcune zone, come Policoro e Matera, alluvioni e devastazioni. Tutto come previsto, purtroppo.
L’allerta diramata lunedì 11 novembre dalla Protezione Civile, per la giornata di martedì 12, prevedeva criticità massima (rossa) in diverse zone di Basilicata, Calabria e Sicilia. Molti sindaci hanno così deciso di chiudere le scuole. Scelte discutibili o meno, ma lecite in presenza di un’allerta così pesante. Ci sarebbe da chiedersi come mai, nei comuni in cui si decide di chiudere le scuole, non si pensi alla messa in sicurezza di edifici e viabilità in tempi ‘di pace’ e di sole. Ma questa è un’altra storia.
Ciò che invece appare alquanto bizzarro è la decisione del primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris, che ha pensato bene di chiudere le scuole nonostante l’allerta per il capoluogo partenopeo fosse gialla, ovvero la meno pericolosa e la più ‘debole’. Chiudere le scuole è una decisione importante, che deve essere presa solo se strettamente necessaria. E’ bene farlo quando gli amministratori sono consapevoli dei possibili pericoli che potrebbero presentarsi sul proprio territorio, ma decidere di farlo in presenza di un’allerta gialla risulta quasi un delirio.
Perché? Quali sono le ragioni che possono portare ad una tale decisione? Sospendere un servizio pubblico indispensabile come quello scolastico deve essere una misura utile solo a salvare vite umane, e in presenza di criticità a basso rischio è una scelta a dir poco superflua se non dannosa.
L’allerta, sempre gialla per la Campania, è stata prorogata a mercoledì 13 novembre. E anche per quel giorno de Magistris ha deciso di tenere chiuse le scuole. Per la gioia di chi aspettava il delirio di turno per avere due giorni leciti di vacanza inaspettata.