Tumore del pancreas in costante crescita in Italia: quarta causa di morte da cancro in Europa ma pochi sviluppi nella cura

Non ci sono sviluppi significativi nella cura della neoplasia pancreatica: la terapia chirurgica offre migliori chance di sopravvivenza
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Il tumore del pancreas rappresenta la quarta causa di morte da cancro in Europa e nel nostro Paese è in costante crescita. Se nel 2014 sono stati registrati 12.700 casi in Italia, nel 2019 ne sono stimati 13.500, con un aumento percentuale del 6%. Nonostante i grandi progressi compiuti nel campo della ricerca oncologica, non ci sono sviluppi significativi nella cura della neoplasia pancreatica. La terapia chirurgica offre migliori chance di sopravvivenza. Purtroppo è praticabile in meno del 20% dei casi a causa della diagnosi solitamente fatta in fase avanzata della malattia. Inoltre è una chirurgia che presenta un alto livello di complessità che ha conseguenze importanti sui tempi di ricovero e sul recupero funzionale del paziente.

È per questo che nell’ultima decade lo sforzo si è concentrato sul miglioramento dell’iter diagnostico della malattia e sulla riduzione dell’impatto chirurgico nei pazienti operabili“, chiarisce Mohammad Abu Hilal, esperto di fama internazionale nella chirurgia del pancreas e del fegato e di tecniche chirurgiche mininvasive. Negli ultimi anni c’è stato grande interesse per l’approccio laparoscopico e si è affermata la necessità di estenderlo sempre di più nella pratica clinica. Le Linee Guida internazionali, pubblicate il mese scorso, confermano che nel corpo e nella coda del pancreas la tecnica mininvasiva dà risultati migliori rispetto all’approccio tradizionale a campo aperto. A redigerle, Mohammad Abu Hilal, Co Chairman di queste Linee Guida, dallo scorso ottobre Direttore Scientifico del Dipartimento Chirurgico e Responsabile dell’Unita’ Epatobiliopancreatica di Fondazione Poliambulanza.

L’intervento al pancreas è molto complesso – chiarisce Abu Hilal -. Dura solitamente dalle 5 alle 7 ore. La chirurgia tradizionale ha un impatto rilevante sul paziente e i rischi post-operatori sono elevati. Dal mio punto di vista, l’approccio mininvasivo dovrebbe essere adottato in tutte le patologie che necessitano una resezione della parte sinistra del pancreas (corpo/coda). Anche sulla testa della ghiandola si può intervenire con la tecnica laparoscopica. Risulta di più difficile esecuzione, ma se fatta da esperti, apporta minori traumi alle pareti addominali e permette tempi di ricupero più rapidi, con minore danno alle riserve fisiologiche del paziente ed al suo sistema immunitario. In più, un ricovero precoce consente di intraprendere al più presto la terapia medica sistemica e di ottenere importanti benefici“.

Per eseguire la procedura laparoscopica, però, puntualizzano le Linee Guida, è necessaria una grande abilità tecnica e un’ampia esperienza in chirurgia pancreatica e mininvasiva, soprattutto quando l’intervento interessa la testa della ghiandola e si caratterizza quindi per un alto livello di complessità. Fondazione Poliambulanza ha deciso così, ancora una volta, di puntare sulla qualità delle risorse umane, oltre che sulla tecnologia. Abu Hilal primeggia non solo per essere stato uno degli iniziatori della tecnica mininvasiva del fegato e del pancreas ma anche per aver eseguito dal 2006 a oggi più di 1000 interventi mini invasivi sul pancreas e sul fegato, oltre a un grande numero di altri interventi di chirurgia generale e chirurgia a cielo aperto. Nel 2017 estensore delle prime Linee Guida europee sulla chirurgia mininvasiva del fegato, è stato anche l’ispiratore del primo studio randomizzato al mondo per comparare l’approccio laparoscopico e quello in open nel trattamento delle lesioni maligne del pancreas. Lo studio “DIPLOMA Trial” è al momento in corso in 45 centri al mondo, di cui 7 in Italia come per altri studi randomizzati sulla chirurgia mini invasiva del fegato.

I risultati della ricerca consentiranno di ottenere indicazioni più precise sulla chirurgia mininvasiva, ma per avere dati ancora più solidi le Linee Guida raccomandano la creazione di registri nazionali e internazionali in cui includere tutti i pazienti trattati. Per aumentare la consapevolezza di tutti i cittadini sui rischi del tumore pancreatico e informare sull’importanza della prevenzione primaria che, come in tutte le neoplasie, consiste nell’abolizione del fumo di sigaretta e nell’assunzione di stili di vita salutari, oggi, 21 novembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del tumore al pancreas (WPCD).

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