L’acqua alta a Venezia è un fenomeno meteorologico sempre più frequente. Il picco di +187cm di ieri sera, oltre a sfiorare il record storico di sempre dell’alluvione della disastrosa alluvione del 4 novembre 1966 (+194cm), conferma il trend degli ultimi anni con un brusco aumento della frequenza di fenomeni eccezionali nella Laguna. Infatti nella classifica delle dieci più alte maree della storia veneziana, abbiamo ben due episodi dell’ultimo anno nei primi cinque posti e ben cinque episodi negli ultimi 17 anni.
- +194cm il 4 novembre 1966
- +187cm il 12 novembre 2019
- +166cm il 22 dicembre 1979
- +158cm il 1° febbraio 1986
- +156cm il 29 ottobre 2018
- +156cm il 1° dicembre 2008
- +151cm il 12 novembre 1951
- +149cm l’11 novembre 2012
- +147cm il 16 novembre 2002
- +147cm il 16 aprile 1963
Ieri sera il vento ha raggiunto i 94km/h a Venezia e il livello della marea s’è alzato in modo improvviso di oltre 45cm in meno di un’ora. Adesso c’è grande preoccupazione per i prossimi giorni, perchè la marea si manterrà su valori molto alti. Venerdì 15 Novembre è atteso un altro picco superiore ai 140cm: potrebbe inserirsi nuovamente nella top-ten storica.
Acqua alta a Venezia, come si allaga la città: altezze e misurazioni
L’altezza della marea a Venezia viene misurata e prevista sullo zero storico della città. Ma questo non vuol dire che il livello dell’acqua alta sia uguale dappertutto. Il sito della citta’ di Venezia fa a questo proposito tre esempi: piazza San Marco e’ uno dei punti piu’ bassi della citta’ e per cominciare ad allagarsi ci vuole una marea superiore a 80 centimetri. Per Rialto, invece, nella zona prospiciente ai pontili dei mezzi pubblici, ci vuole una quota di 105 cm. Davanti alla stazione ferroviaria di Santa Lucia, infine, un punto della citta’ molto alto, sono necessari 135 centimetri. La marea che supera a Venezia la soglia di attenzione di 80 cm viene comunemente indicata come “acqua alta“; a questa quota sorgono problemi di trasporto e di viabilita’ pedonale nei punti piu’ bassi della citta’ (come gia’ detto a piazza San Marco). Quando la marea supera i 100 cm (5% del suolo pubblico allagato), il fenomeno inizia ad interessare tratti piu’ consistenti dei percorsi cittadini. A quota +110 cm, circa il 12% della citta’ e’ interessata dagli allagamenti. Quando invece si raggiungono i +140 cm, viene allagato il 59% della citta’. Ieri sera si e’ parlato di oltre l’80% della citta’ coinvolta dalla marea. L’allarme acqua alta viene dato da una sirena. Segue poi un segnale che ha la funzione di indicare l’altezza della marea attesa. Sono 4 i “livelli” sonori in scala: – 110 cm: un suono prolungato sulla stessa “nota” – 120 cm: due suoni in scala crescente – 130 cm: tre suoni in scala crescente – 140 cm e oltre: quattro suoni in scala crescente.
Acqua alta a Venezia, l’esperto del Cnr: “eventi climatici sempre più estremi e imprevedibili”
“Nessuno se lo aspettava. Quando il comune ieri a mezzogiorno ha deciso di fissare la previsione di marea alla misura di 145 cm eravamo tutti convinti che fosse una misura cautelativa e che non avrebbe neanche raggiunto quella quota, dopo invece ha raggiunto i 187 centimetri, percio’ e’ stata una cosa non prevedibile assolutamente“. Lo ha spiegato all’Agi Georg Umgiesser, ricercatore dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) che segue l’andamento della marea nella laguna di Venezia. Proprio ieri aveva sostenuto che la marea attesa poteva essere piu’ bassa di quella annunciata. “La persistenza di un flusso molto forte di venti da Nord, di Bora, ci aveva indotto a pensare che questo costituisse un fattore di attenuazione della marea, un vero e proprio blocco che si scontrava con i venti di scirocco. Ma questo ha creato una situazione molto complicata nel Nord Adriatico. Situazione che ha prodotto questo evento eccezionale e imprevedibile, anche da parte dello stesso Centro Maree che pure fa previsioni da 40 anni“, ha ribadito il ricercatore. La giornata di ieri e’ stata in effetti piuttosto complicata sotto il profilo dell’evoluzione meteorologica. La presenza di un profondo ciclone a Sud della Sicilia in risalita verso le coste del Tirreno ha innescato dinamiche su scala nazionale che hanno avuto ripercussioni da Gela a Venezia, proprio come lo scorso anno avvenne in occasione della tempesta Vai che scarico’ la sua energia sulle Dolomiti. Il tema e’ dunque quello della affidabilita’ delle previsioni davanti a eventi che sembrano essere del tutto eccezionali. “Le previsioni – ha aggiunto Umgiesser – hanno tutte un’incertezza e piu’ e’ instabile la situazione della meteorologia piu’ grande diventa l’incertezza. Se noi abbiamo una situazione relativamente stabile del meteo siamo in grado anche di prevedere una marea con una forchetta di 5 centimetri di errore, quindi in modo abbastanza preciso. Quando invece – ha proseguito – siamo davanti a una instabilita’ meteorologica l’incertezza si amplifica. Per esempio le raffiche di scirocco a 100 chilometri orari non le ha previste nessuno, neanche se si guardava ai modelli migliori, come quelli del centro europeo per le previsioni (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, ECMWF). Lo stesso e’ successo un anno fa in occasione della tempesta Vaia con raffiche di 230 chilometri orari che ugualmente e’ stata una cosa assolutamente non prevedibile. Purtroppo – ha detto ancora – dobbiamo aspettarci sempre di piu’ queste situazioni perche’ questi eventi estremi diventeranno sempre piu’ frequenti e diventeranno anche sempre piu’ imprevedibili“.
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Acqua alta a Venezia, il Mibact: “situazione complessa e preoccupante”
“Impossibile al momento quantificare i danni al patrimonio artistico di Venezia e in particolare a San Marco, ma la situazione e’ estremamente complessa e preoccupante”. Lo conferma all’ANSA il segretario generale Mibact Salvo Nastasi che ricorda di aver attivato l’unita’ di crisi. “Il Ministro Franceschini segue da ieri la situazione passo passo, i soprintendenti sono al lavoro e hanno messo a disposizione tutti i loro restauratori. In attesa delle valutazione stiamo verificando tutti i capitoli di spesa del Mibact per fare il punto sui fondi da destinare al patrimonio artistico veneziano”. Il segretario generale Nastasi parla da Matera dove oggi si sta inaugurando la nuova stazione ferroviaria progettata da Stefano Boeri. “Anche qui – spiega all’ANSA – c’e’ una situazione di allarme che tocca i beni culturali , in particolare i templi ipogei. E anche qui i nostri soprintendenti e tutti i tecnici sono al lavoro per verificare e poi eventualmente quantificare i danni”. Quanto a Venezia, precisa, la situazione e’ preoccupante “Non solo per il livello raggiunto dall’acqua alta, che al momento e’ di soli 7 centimentri inferiore a quello raggiunto nell’alluvione del 1966, ma per la quantita’ di ore in cui i beni artistici, dai preziosissimi pavimenti in marmo della Basilica di San Marco ai rivestimenti lignei, sono rimasti sommersi”. A differenza dell’ultimo allarme di un anno fa, precisa, “L’acqua ha invaso tutta la Basilica e non solo la prima parte”. Per di piu’, aggiunge Nastasi, “il maltempo purtroppo e’ ancora in corso. A Venezia, perche’ si possa fare una quantificazione reale dei danni al patrimonio bisogna aspettare che l’acqua scenda”. L’attenzione, intanto, e’ alta per tutto il territorio italiano: “Ho chiesto ai nostri soprintendenti di tutto il territorio italiano di farci un quadro delle loro situazioni. Al momento pero’ non sono state segnalati altri siti in allarme”.
Acqua alta a Venezia, Sgarbi: “Mose da completare subito, San Marco è allo sfinimento”
“Io credo che il Mose debba partire subito, lo Stato non può perdere tempo e aspettare un altro anno perché l’acqua alta ritorni”. Così all’Adnkronos Vittorio Sgarbi commenta la notizia dell’alluvione a Venezia verificatasi nelle ultime ore. “Occorre riuscire a chiudere rapidamente questo progetto e farlo partire – continua Sgarbi – è inutile fare altre considerazioni su interventi speciali, questo è stato costoso e speciale, ora bisogna che parta. Non si può continuare a traccheggiare sui tempi, sulla corruzione che ha ritardato, sul fatto che pare che manchino 5 milioni, una cifra minima per chiudere una cosa che è costata 20 miliardi”. Riguardo all’acqua che ha invaso la Basilica di San Marco, Vittorio Sgarbi afferma: “Non conosco l’entità dei danni, ma presumo che sia quella stabilmente legata all’acqua alta, per cui è una questione di edifici, non credo che abbia toccato dipinti o oggetti che sono ovunque esposti in condizioni non raggiungibili dall’acqua”. Alla Basilica di San Marco “esiste un logoramento organico dei materiali che si sfarinano, quindi il rischio è molto alto e molto grave riguardo alle strutture architettoniche. San Marco dopo secoli oggi è allo sfinimento”.