Non ce la facciamo proprio. Non ce la facciamo noi italiani a focalizzare i problemi, le emergenze, le criticità, a dare ordine alle cose e ad attribuire priorità. Per noi c’è un unico criterio da utilizzare per risolvere un problema: prima vengo io, poi tutti gli altri. Ed è così che nel dramma di questi giorni, in cui le condizioni meteorologiche hanno messo in ginocchio diversi territori del nostro Bel Paese da nord a sud, è iniziata una vera e propria battaglia all’ultimo post tra chi sostiene che Venezia vada aiutata e chi invece è convinto che ad essere aiutate, per prime, dovrebbero essere le città del Meridione come Matera, Gallipoli, Licata o alcuni comuni calabresi.
Ma è davvero necessario sfoggiare tutto questo ‘benaltrismo‘ moderno che fa dei social un vero e proprio campo di battaglia? E’ davvero necessario, poi, spostare queste battaglie nella vita reale tanto da farne nascere dei veri e propri movimenti? Ma perché? Che senso ha tutto questo? In queste ore scorrendo le pagine di Facebook, di Instagram, di Twitter, si vedono messaggi di vero e proprio odio e disprezzo per Venezia, per i suoi cittadini, per il suo essere più profondo e anche più superficiale. “Dopo aver speso 20 euro per un bottiglietta d’acqua e un panino in piazza San Marco, non credevo ci fosse bisogno di donazioni“. E questa è solo una, peraltro una delle più ‘gentili’, tra le frasi che si susseguono come dei mantra tra post e commenti.
E poi, immancabile, c’è anche il solito piagnisteo all’italiana che torna alla ribalta: “Noi del sud siamo considerati di serie B, per questo si fanno donazioni solo per Venezia“. Ma quando mai? Ma chi lo dice? Noi del sud, anzi alcuni di noi, si auto considerano di serie B – che è ben diverso – relegando sé stessi in un angolino, a lamentarsi di ciò che non abbiamo, di ciò che non ci danno, di ciò che vorremmo. Ma la verità è solo una, in questo caso, e non ha a che fare con la posizione geografica: Matera e molte altre città del sud hanno riportato serie conseguenze dopo il maltempo dei giorni scorsi, e la necessità di mettere in sicurezza si fa sempre più impellente e necessaria. Noi di MeteoWeb ci battiamo da sempre in questo senso, cercando di sensibilizzare quanto più possibile, anche con il supporto del parere di esperti del settore, affinché si comprenda che la prevenzione dei danni è l’unica strada per affrontare al meglio gli eventi meteorologici straordinari, che ormai stanno divenendo quasi ordinari.
Quando accaduto al sud, però, non ha nulla a che vedere con la situazione drammatica di Venezia: la città rischia di essere sommersa in parte dall’acqua, per sempre. Se il cambiamento climatico e le sue conseguenze si rivelassero per quanto prospettato, i danni per la città sarebbero irreparabili. E non è vero nemmeno che per Venezia ci sia un occhio di riguardo da parte di ‘non si sa bene chi’, e il fallimento del Mose ne è la prova.
Da nord a sud, dunque, le regioni italiane sono nella stessa barca: il clima cambia, gli eventi si fanno sempre più violenti e chi dovrebbe prendere provvedimenti (vedi Mose, vedi messa in sicurezza dei punti a grave rischio idrogeologico) è caduto da tempo in un sonno profondo dal quale fa fatica a svegliarsi. E nemmeno gli insulti urlati tra italiani del sud e italiani del nord servono a farli risvegliare. Anzi il loro sonno si alimenta proprio di queste polemiche e di questa invidia, che bendano gli occhi e aprono le bocche.