Oggi, 4 dicembre, si festeggia Santa Barbara, Vergine e Martire, celebrata dalla Chiesa Cattolica e da quella Ortodossa. E’ un giorno di vera e propria festa per tutti i lavoratori impegnati in mestieri nei quali si ha a che fare con esplosivi, fuoco e materiali pericolosi. Secondo la tradizione religiosa la santa protegge inoltre dalle morti violente e dai fulmini. Dunque minatori, vigili del fuoco, addetti alla preparazione di fuochi pirotecnici, artificieri, membri del soccorso alpino e speleologico, geologi, e in generale chi lavora all’aperto o in cantiere, celebra oggi la propria santa protettrice. La venerazione di santa Barbara è andata ben oltre la religione Cattolica e Ortodossa, ed è entrata a far parte anche del sentire comune e persino del linguaggio: il termine “santabarbara”, infatti, è in genere riferito ai magazzini dove si stocca il materiale esplosivo.
Il corpo della Santa, dal 1009, è venerato nella chiesa veneziana di S. Giovanni Battista a Torcello. La reliquia del cranio era custodita prima in un busto ligneo, poi in uno di metallo, nella chiesa di S. Barbara dei Librari. Con la soppressione della parrocchia di S. Barbara, il 15 settembre 1594, la reliquia venne portata a San Lorenzo in Damaso.
MIRACOLI E SIMBOLISMO
A farla diventare uno dei santi più popolari e più amati sono stati anche i miracoli a lei attribuiti. Tra questi, uno di quelli più citati avvenne a Gorkum nel 1448, quando un certo Henry Kock venne gravemente ustionato in un incendio e, appellandosi a santa Barbara alla quale era da sempre stato devoto, riuscì a uscire dall’edificio in fiamme nel quale si trovava e sopravvisse alle ustioni mortali riuscendo a ricevere l’estrema unzione prima di spirare.
PATRONATI
Essendo quella di Santa Barbara una leggenda carica di riferimenti, di dubbi, di certezze e di particolari importanti, i patronati a lei riferiti sono numerosi e sono aumentati a dismisura nel corso dei secoli: la prigionia nella torre da parte di suo padre associò la sua figura alle torri, a tutto ciò che concerneva la loro costruzione e manutenzione e quindi il loro uso militare; da qui il fatto di essere considerata patrona di architetti, stradini, tagliapietre, muratori, cantonieri, campanari, nonché di torri e fortezze. A causa invece della morte di Dioscoro venne considerata protettrice contro i fulmini e il fuoco, e di conseguenza contro le morti causate da esplosioni o da colpi d’artiglieria; da qui deriva anche il suo patronato su numerose professioni militari (artiglieri, artificieri, genio militare, membri della marina) e sui depositi di armi e munizioni. Per quanto riguarda la marina militare (di cui fu confermata patrona da Pio XII con il breve pontificio del 4 dicembre 1951), la santa fu scelta in quanto simbolo della serenità del sacrificio di fronte a un pericolo inevitabile. È inoltre patrona di tutto ciò che riguarda il lavoro in miniera e dei vigili del fuoco. Infine, il suo patronato sugli artiglieri e sui minatori risale almeno al XV secolo.
Nel sentire comune viene invocata per scongiurare i pericoli dei fulmini e della morte improvvisa, per questo motivo è entrata a far parte dei santi ausiliatori, ovvero un gruppo di quattordici santi alla cui intercessione la tradizione popolare attribuisce una particolare efficacia in particolari necessità. La devozione verso Santa Barbara è attestata per la prima volta in Germania nel 1284 e si diffuse notevolmente nel corso del Trecento anche in Austria, Svizzera e diverse regioni italiane. Infine, come patrona delle attività principali del gruppo Eni, le è stata dedicata la grande nuova chiesa costruita a Metanopoli, quartier generale del gruppo. A prendere questa decisione fu Enrico Mattei, che la venerava come protettrice e come punto di riferimento.
MODI DI DIRE, PROVERBI E TRADIZIONI DEL 4 DICEMBRE
Ecco alcuni proverbi e preghiere riferiti alla santa:
”Santa Barbara benedetta, liberaci dal fuoco e dalla saetta!”;
“La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio per Santa Barbara Martire!” (dalla Preghiera dei Vigili del Fuoco);
“Se a Santa Barbara piove assai, altri quaranta dì aspetterai!”;
“Santa Barbara, piedi al fuoco e guardala!”;
“Santa Barbara e San Simùn, Diu te salvi di saètt e di trun” (A Santa Barbara e a San Simone, Dio ti salvi dalle saette e dai tuoni);
“Sànta Bàrbara e san Simùun protegìm da la saéttà e dal trùun, santa Bàrbara benedéttà liberìm da la saéttei” (Santa Barbara e San Simone proteggetemi dalla saetta e dal tuono, S. Barbara benedetta liberatemi dalla saetta);
“Comme Barbarea accussì Natalea” (in riferimento alle condizioni meteorologiche a Santa Barbara, il 4 dicembre, che secondo la tradizione saranno le stesse del giorno di Natale);
“Santa Barbara benedeta liberème de sta saeta” (Veneto);
“Santa Barbara ntu munti stava, di lampi e di trona nun si scantava, si scantava dill’ira di Diu, Santa Barbara amuri miu” (siciliano);
“Santa Barbara, affacciate affacciate ca mo passane ddoje carrozze, una ‘e acqua e una ‘e viento. Santa Barbara fai, fa’ bon tiempo” (Amalfi);
“Si a Sande Barbere chiove assà, n’alte e quarande dì a da chendà” (Puglia);
Canto popolare proveniente dall’Umbria e intonato il 4 dicembre: “Quanno che Santa Barbera nasceva / allora la sua matre je moreva/ Lu patre non sapìa se che se fa/ e jò na torre l’andiede a portà A capu a capu de venticinqu’anni/ venne la nòva che Barbera era grande…”.
E infine una tipica tradizione legata al 4 dicembre è quella “rami di Santa Barbara”, che non è connessa ad alcuna leggenda relativa alla Santa ma si lega alle più antiche tradizioni contadine. Il 4 dicembre, infatti, si tagliano i rami di alberi da frutto stendendoli in acqua tiepida per una notte. Il giorno successivo essi vengono disposti in un vaso con acqua a temperatura normale, da cambiare ogni 3 giorni, accanto al presepe. Il giorno di Natale questi rami saranno pieni di germogli.