L’assurdità del catastrofismo climatico: attivisti dell’allarmismo minacciano la conferenza EIKE con intimidazioni, scienziati costretti a un meeting blindato dalla polizia
La conferenza EIKE è un forum per scienziati ed esperti che contestano l’allarmismo intorno al riscaldamento globale, ma tenere il meeting quest'anno non è stato così facile
L’European Institute for Climate and Energy (EIKE) è un’organizzazione non-profit coinvolta nella promozione dell’educazione scientifica. Ha pubblicato lavori scientifici e pubblicazioni peer-reviewed e ogni anno organizza una conferenza scientifica sulle attuali questioni climatiche ed energetiche. Per il 22-23 novembre 2019 era stata pianificata la 13ª conferenza internazionale sul clima e sull’energia nella città di Monaco di Baviera. Oltre 200 scienziati ed esperti internazionali avevano annunciato la loro presenza, prenotando e pagando viaggi e hotel. Molti di loro provenivano da USA, Canada e persino Australia. Erano presenti anche molti rappresentanti dei mass media. Tra gli esperti intervenuti alla conferenza c’era anche il Prof. Nicola Scafetta, professore di climatologia all’Università di Napoli Federico II, che già negli scorsi mesi aveva parlato ai microfoni di MeteoWeb della questione climatica.
Questa conferenza è un forum per scienziati ed esperti che contestano l’allarmismo intorno al riscaldamento globale per esprimere le loro opinioni. Ma tenere questa conferenza non è stato così facile. Cercando di zittire qualsiasi discussione e ricerca scientifica che potesse mettere in pericolo la loro agenda politica, un gruppo di attivisti del clima, Munich Anti-capitalist Climate Activists, ha minacciato il meeting di EIKE. L’organizzazione ha coraggiosamente rispettato i suoi piani per la conferenza, nonostante le esplicite minacce. Il gruppo ha minacciato ulteriori azioni contro i dipendenti e i visitatori del centro conferenze NH di Monaco. Citando i timori per la sicurezza dei suoi dipendenti ed ospiti, il centro conferenze ha deciso di non consentire il meeting di EIKE, senza neanche prendere in considerazione l’idea di informare la polizia su quanto stava accadendo.
Avendo investito decine di migliaia di dollari nell’evento, EIKE ha chiesto ai tribunali tedeschi di sostenere e tutelare il contratto che aveva firmato con il centro conferenze, ma una corte tedesca ha deliberato che il centro conferenze NH aveva affrontato una vera minaccia alla sicurezza e che quindi poteva violare il suo accordo con EIKE. Così invece di ricevere il supporto delle autorità, la libertà accademica e la libertà di parola sono state costrette a nascondersi. EIKE è comunque riuscita a tenere la sua conferenza in un posto segreto e sotto la protezione della polizia ma se gli scienziati sono costretti a nascondersi per la minaccia di violenza, è molto più facile che l’allarmismo climatico si diffonda.
La libertà di parola deve essere difesa sempre: senza di essa, affondano scienza e democrazia. E questo vale tanto più nella scienza della climatologia, in cui non esiste un consenso sul contributo antropico al riscaldamento globale e in cui ancora tanto rimane da comprendere, trovandoci davanti al sistema più complesso presente sul pianeta, il clima.
A questo proposito, è apparso in rete un commento scritto da un fisico tedesco che ha semplicemente assistito alla conferenza tra il pubblico e che ha riassunto gli interventi di 4 relatori: “Come fisico, trovo questi 4 interventi tutti interessanti. Dimostrano che a questa conferenza è stata presentata la scienza sul clima reale e sofisticata […] I risultati presentati rendono piuttosto improbabile che i modelli climatici dell’IPCC siano completi […] Trovo piuttosto bizzarro che una conferenza in cui si discutono i contenuti che ho sentito debba avere difficoltà a trovare una location e che debba persino aver bisogno della protezione della polizia. Questo è chiaramente un attacco alla libertà della scienza e di parola da un piccolo numero di attivisti e in primo luogo, da istituzioni “green” e media nazionali finanziati con fondi pubblici”.