LST-1, il primo grande telescopio del Cherenkov Telescope Array, ha rivelato la sua prima sorgente gamma puntando la famosa Nebulosa del Granchio, considerata dai cosmologi la “candela standard” dell’astrofisica delle alte energie. LST-1 è stato inaugurato nell’ottobre 2018 ed ha rilevato la sua “prima luce” la sera del 14-15 dicembre 2018, ma questa è la prima rilevazione da una reale sorgente a raggi gamma ottenuta Il 23 novembre. Già dalle prime analisi dei dati raccolti è stato possibile evidenziare un chiaro segnale di fotoni di alta energia provenienti dalla sorgente.
“Dopo aver sviluppato e raffinato gli strumenti di analisi per più di un anno su simulazioni Monte Carlo è stato molto emozionante vedere il primo segnale “reale” confermare la bontà di un lungo lavoro di squadra” ha commentato Rubén Lopez-Coto, ricercatore della sezione INFN di Padova
“Questo importante risultato ha confermato che lo strumento e la catena di analisi, a cui l’INFN ha contribuito in maniera significativa, funzionano correttamente e siamo pronti ad ottenere i primi risultati scientifici“, ha sottolineato Federico Di Pierro, ricercatore dell’INFN Torino.
LST-1 è il primo dei quattro telescopi di grandi dimensioni (Large Size Telescopes), che saranno presenti in ciascuno dei due siti osservativi di CTA, uno in ciascun emisfero, sull’isola di La Palma (Canarie, Spagna) e nei pressi del sito ESO del Paranal in Cile. I telescopi LST saranno fondamentali per rivelare i raggi gamma tra 20 e 200 GeV e grazie anche
lla loro capacità di puntamento rapido, studieranno le sorgenti più deboli e più distanti e i fenomeni transienti, quali in particolare i lampi gamma (gamma-ray bursts).
“Siamo molto orgogliosi di questo primo risultato ottenuto anche grazie al forte contributo dell’INFN e delle varie Università italiane impegnate nel progetto dei telescopi a grandi dimensioni di CTA. Grazie al finanziamento della Commissione Scientifica Nazionale II dell’INFN, siamo stati in grado di contribuire alla realizzazione delle strutture, all’elettronica di lettura della camera, allo strumento di calibrazione dei sensori, fino allo sviluppo del software di analisi” ha sottolineato Mosè Mariotti Dell’Università e dell’INFN di Padova.
“Questo successo di LST-1 rappresenta un importante passo avanti per tutto il Cherenkov Telescope Array che continua la sua fase di costruzione, ma finalmente inizia anche a raccogliere i primi dati” ha aggiunto Nicola Giglietto, responsabile nazionale di CTA e ricercatore del Politecnico e della Sezione INFN di Bari.