Brexit, tempi duri per turisti e studenti europei: rette universitarie alle stelle, in arrivo il visto elettronico

Ecco cosa comporterà la Brexit per i cittadini europei per quanto riguarda turismo, istruzione e sanità, tra i settori più importanti
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Boris Johnson è già al lavoro per portare il Regno fuori dall’Ue alla scadenza del 31 gennaio 2020: per gli europei il risultato del voto di giovedì scorso, che ha regalato al premier britannico un’ampia maggioranza a Westminster di fatto scongiurando un’uscita senza accordo con Bruxelles, segnerà l’inizio della fine di un’era. A partire dal turismo, oltre all‘istruzione e alla sanità. La libera circolazione tra l’Ue e il Regno Unito, infatti, dovrebbe diventare solo un ricordo già dall’anno prossimo – o al massimo dal 2021. Addio alla semplice carta d’identità: per entrare nel Paese servirà il passaporto biometrico con relativo nullaosta elettronico in stile Usa (il cosiddetto ESTA), che darà la possibilità di soggiornare nel Regno fino a un massimo di tre mesi.

Sempre in tema di turismo, resta da vedere se il cosiddetto roaming verrà abolito o meno. Per il momento i quattro principali gestori britannici – EE, O2, Three e Vodafone – hanno detto che intendono mantenere lo status quo. Quanto alle rette universitarie, nulla cambia per l’anno accademico 2020/21, come annunciato dal governo lo scorso 28 maggio: fino ad allora gli studenti europei saranno ancora equiparati a quelli britannici e continueranno a pagare le attuali 9.250 sterline l’anno (circa 11.000 euro). Le cose dovrebbero cambiare a partire dal 2021/22, quando gli europei dovranno sborsare le stesse somme pagate ora dai loro coetanei extraeuropei, che attualmente per l’università di Cambridge vanno da un minimo di 21.168 sterline a un massimo di 55.272 sterline (per la facoltà di medicina).

I 3,2 milioni di cittadini europei che oggi vivono e lavorano nel Regno Unito (700mila circa gli italiani) potranno rimanere ma dovranno comunque fare domanda entro il 30 giugno 2021 per essere ammessi al cosiddetto EU Settlement Scheme. A quel punto, a seconda dei loro requisiti, riceveranno lo status di ‘settled’ (che dà diritto a rimanere nel Paese a tempo illimitato ed a chiedere la cittadinanza) o ‘pre-settled’ (che permette di rimanere nel Regno per ulteriori 5 anni e poi di richiedere lo status di ‘settled’). Per quanto riguarda la sanità, il sito del governo britannico raccomanda ai cittadini dell’Unione – oltre a quelli di Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera – di portare con sé la tessera europea di assicurazione malattia mentre sono in visita nel Regno Unito: la tessera, si legge nel sito, sarà valida finché il Paese non uscirà formalmente dall’Ue. Dopo quella data la copertura sanitaria di questi cittadini dipenderà dagli accordi bilaterali che Londra firmerà con i vari Paesi.

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