I cambiamenti climatici e l’allarmismo sulla scomparsa dei ghiacciai: Alpi molto più calde e quasi prive di ghiaccio in passato
Un tempo, l’area delle Alpi è stata molto più calda rispetto ad oggi, con “un paesaggio selvaggio e un ampio fiume”: ne è la prova il passaggio di Annibale
Christian Schlüchter, gigante nel campo delle geologia e della paleoclimatologia, autore/coautore di oltre 250 studi, professore emerito dell’Università di Berna (Svizzera), ha studiato i ghiacciai alpini con grande attenzione. Una delle sue scoperte più importanti è quella di pezzi di legno di 4.000 anni fa sul bordo di un ghiacciaio svizzero. La scoperta non è stata accolta molto benevolmente dai sostenitori del catastrofismo climatico. Questa scoperta ha indicato che le Alpi erano quasi prive di ghiaccio all’epoca, smentendo le teorie secondo cui avrebbero iniziato a ritirarsi solo dopo la fine della Piccola Era Glaciale a metà del XIX secolo. Secondo Schlüchter, la conclusione è che un tempo, l’area è stata molto più calda rispetto ad oggi, con “un paesaggio selvaggio e un ampio fiume corrente”.
Dopo la scoperta, Schlüchter è diventato oggetto di derisione, soprattutto dopo aver criticato la gerarchia istituzionale sulla climatologia dominata dalle Nazioni Unite per la sua visione estrema e la sua contaminazione politica. “Non avrei dovuto trovare quel pezzo di legno perché non appartenevo alla ristretta cerchia dei ricercatori dell’Olocene e del clima. I miei risultati, dunque, hanno colto di sorpresa molti esperti. Ora un “dilettante” aveva trovato qualcosa che avrebbero dovuto trovare gli esperti di clima e Olocene”, osserva Schlüchter.
Secondo altre prove, non c’è niente di nuovo sulle importanti avanzate o ritiri dei ghiacciai. Infatti, le Alpi erano di nuovo quasi prive di ghiacciai circa 2.000 anni fa. “Il limite della vegetazione arborea era molto più alto rispetto ad oggi; non c’era quasi nessuno ghiacciaio. Nei dettagliati racconti di viaggio dall’epoca dei Romani non sono mai menzionati ghiacciai”, spiega Schlüchter, che critica i suoi oppositori per il fatto di concentrarsi su un periodo di tempo “troppo breve”. Il limite della vegetazione arborea era almeno di 300 metri più alto, che indica un minimo di temperature più alte di 1,8°C. Un esempio di tutto questo è fornito da Annibale, che riuscì ad attraversare le Alpi con gli elefanti perché le aree più elevate erano molto meno coperte dal ghiaccio rispetto agli ultimi secoli. Gli studi e le analisi di Schlüchter su un’area del Ghiacciaio del Rodano svelano che “la superficie rocciosa era stata senza ghiaccio per 5.800 anni degli ultimi 10.000”. Questi cambiamenti possono verificarsi molto rapidamente. Il suo team di ricerca è stato sorpreso nello scoprire, vicino al bordo del Ghiacciaio del Mont Miné, tronchi di enormi alberi che erano tutti morti in un solo anno (circa 8.200 anni fa).
Secondo il modello di Schlüchter, i ghiacciai hanno avuto la minima estensione circa 7.000 anni fa e la più grande durante la Piccola Era Glaciale dal 1650 al 1850. Da allora, le lingue di ghiaccio si sono ritirate velocemente. Mettendo seriamente in discussione le proiezioni allarmistiche dell’IPCC, secondo cui le Alpi saranno quasi senza ghiacciai entro il 2100, Schlüchter ricorda che “il sistema è estremamente dinamico e non funziona in maniera lineare. Cambiamenti estremi e improvvisi sono stati osservati chiaramente in passato”. L’esperto non vede il riscaldamento attuale come qualcosa di insolito e pone diversi interrogativi:
Perché i ghiacciai si sono ritirati a metà del XIX secolo, nonostante il grande aumento di CO? nell’atmosfera sia venuto dopo?
Perché la Terra punta in così poco tempo ad una fase di riscaldamento?
Perché i ghiacciai sono avanzati di nuovo negli anni del 1880, 1920 e 1980?
Prima o poi, “la climatologia dovrà rispondere alla domanda sul perché il ritiro dei ghiacciai alla fine della Piccola Era Glaciale intorno al 1850 sia stato così rapido”, aggiunge. Nonostante i tentativi dell’IPCC di attribuire tali sviluppi alle emissioni di CO?, questa nozione non riesce a rispondere alle domande citate. Il Prof. Schlüchter, invece, crede che sia il sole il principale fattore a lungo termine dei cambiamenti climatici, con la tettonica e i vulcani che agiscono come importanti fattori contribuenti. L’esperto avvisa che la reputazione della scienza viene sempre più danneggiata man mano che la politica e il denaro acquistano influenza. “Per me, ne va della credibilità della scienza. Oggi, molti scienziati naturali stanno aiutando le mani dei politici e non sono più scienziati che si occupano di nuove conoscenze e nuovi dati. E questo mi preoccupa”.
In occasione di una conferenza dell’European Institute for Climate and Energy (EIKE) a Monaco di Baviera, l’esperto ha sottolineato i seguenti fatti:
per oltre il 50% degli ultimi 11.000 anni, i ghiacciai alpini sono stati più piccoli rispetto al 2005;
i ghiacciai alpini hanno dimostrato grandi dinamiche;
gli eventi di sviluppo dei ghiacciai sono stati veloci e brevi;
la Piccola Era Glaciale (dalla fine del periodo caldo medievale a circa il 1850) è stata la più lunga estensione dei ghiacciai dall’ultima era glaciale di circa 12.000 anni fa;
ogni riscaldamento ha seguito un ritmo accelerato.