Il colesterolo, in quantità fisiologiche, è indispensabile per la costruzione di cellule sane, mentre quando è alto costituisce uno dei fattori di rischio maggiori per le malattie cardiache. Il colesterolo in eccesso può causare la formazione di depositi di grasso nei vasi sanguigni, detti anche placche aterosclerotiche, che a loro volta contribuiscono a restringerne il lume, provocando infarto e ictus per ostruzione al passaggio del sangue.
Il colesterolo, spiega in un approfondimento EpiCentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, “è una sostanza grassa necessaria al corretto funzionamento dell’organismo: partecipa alla sintesi di alcuni ormoni e della vitamina D ed è un costituente delle membrane delle cellule. Prodotto dal fegato, può anche essere introdotto con la dieta: è contenuto, per esempio, nei cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato. È invece assente in frutta, verdura e cereali.
Il trasporto del colesterolo attraverso il sangue è affidato a una classe particolare di particelle, quella delle lipoproteine. Esistono quattro tipi di lipoproteine, classificate in base alla densità, che è inversamente proporzionale alla quantità di colesterolo presente.” Le più importanti per la prevenzione cardiovascolare sono:
- LDL, o lipoproteine a bassa densità: trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle cellule del corpo
- HDL, o lipoproteine ad alta densità: rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasportano nuovamente al fegato, che poi provvede a eliminarlo.
Le LDL “sono note nel linguaggio comune come “colesterolo cattivo”: quando sono presenti in quantità eccessiva, infatti, tendono a depositarsi sulla parete delle arterie, provocandone ispessimento e indurimento progressivi. Questo processo, chiamato aterosclerosi, può portare nel tempo alla formazione di vere e proprie placche (o ateromi) che ostacolano il flusso sanguigno, o addirittura lo bloccano del tutto. Quando il cuore non riceve abbastanza sangue ricco di ossigeno, si può sviluppare l’angina pectoris, una condizione caratterizzata da dolore al torace, alle braccia o alla mandibola, solitamente in concomitanza di uno sforzo o di uno stress. Inoltre, le placche possono staccarsi e formare un trombo, che può indurre un improvviso arresto del flusso sanguigno. A seconda di dove è localizzata, l’ ostruzione di un vaso può provocare infarto del miocardio (a livello cardiaco), ictus (a livello cerebrale) o claudicatio intermittens (a livello degli arti inferiori).”
Si parla di ipercolesterolemia quando il colesterolo totale (LDL più HDL) è troppo alto. Valori desiderabili sono i seguenti:
- colesterolo totale: fino a 200 mg/dl
- colesterolo LDL: fino a 100 mg/dl
- colesterolo HDL: non inferiore a 50 mg/dl.
Colesterolo alto, sintomi e fattori di rischio
Alti livelli di colesterolo, spiegano gli esperti su EpiCentro, “non producono sintomi diretti: molte persone ignorano infatti di soffrire di ipercolesterolemia. Tuttavia, il colesterolo può essere facilmente misurato con un semplice esame del sangue e deve essere tenuto costantemente sotto controllo.
Esistono diversi fattori di rischio che possono contribuire all’ipercolesterolemia, tra cui dieta, sovrappeso e obesità, mancanza di attività fisica, ma anche la concomitanza di malattie metaboliche come il diabete. Anche il fumo può danneggiare i vasi sanguigni e accelerare il processo di indurimento delle arterie. Inoltre, il livello di colesterolo LDL tende ad aumentare con l’età, soprattutto fra le donne.
Ci sono poi degli individui geneticamente predisposti a sviluppare ipercolesterolemia e che possono quindi sviluppare aterosclerosi e problemi cardiaci fin da giovani. Questa condizione è nota come ipercolesterolemia ereditaria ed è associata a una serie di mutazioni a carico del gene del recettore delle LDL, che si trova sul cromosoma 19. La malattia è caratterizzata da alti livelli ematici di colesterolo totale e di colesterolo LDL (ma non di trigliceridi), con gravità variabile a seconda del numero di mutazioni. Nella forma omozigote si manifesta in modo grave fin dall’infanzia: si formano placche (xantomi) all’interno della pelle su gomiti, ginocchia e natiche, ma anche depositi di colesterolo nella pelle, nei tendini e intorno alla cornea dell’occhio (archi cornei). Inoltre, i valori di colesterolo totale sono compresi tra 600 e 1200 mg/dL. I soggetti eterozigoti hanno invece manifestazioni più lievi, spesso poco evidenti durante l’infanzia. I problemi a carico dell’apparato cardiovascolare cominciano in genere verso i 35-40 anni negli uomini e verso i 45-55 anni fra le donne.
Attualmente esiste una terapia farmacologica in grado di curare efficacemente l’ipercolesterolemia familiare e di prevenirne le conseguenze cardiovascolari a lungo termine. Diventa quindi fondamentale diagnosticarla correttamente il più presto possibile. La presenza di livelli molto elevati di colesterolo totale è una condizione necessaria, ma non sufficiente per la diagnosi della malattia, che è determinata anche da altri fattori individuali e ambientali. Infatti, non solo esistono altre forme di ipercolesterolemia, ma l’aumento di colesterolo può essere secondario ad altre malattie. È perciò importante poter effettuare la diagnosi genetico-molecolare della malattia, che offre la possibilità di una diagnosi certa e precoce, anche in fase prenatale.”
Colesterolo alto: come abbassarlo in 4 mosse e cosa fare se cambiare lo stile di vita non è abbastanza
La prevenzione è la strategia principale per mantenere la colesterolemia entro i livelli fisiologici.
Tra gli stili di vita consigliati 4 punti cardine:
- mantenere un’alimentazione sana, riducendo i grassi (soprattutto quelli saturi) e il consumo di alcol
- controllare il peso corporeo
- fare attività fisica in modo regolare
- evitare il fumo.
A volte, però – precisano gli esperti su EpiCentro – intervenire sullo stile di vita non basta per tenere i livelli di colesterolo sotto controllo e può rendersi necessario un intervento farmacologico. Esistono diverse categorie di farmaci in grado di ridurre la colesterolemia:
- statine: rallentano la produzione di colesterolo LDL e incrementano la capacità del fegato di eliminare quello già in circolo nel sangue
- sequestranti della bile acida: si legano con il contenuto di colesterolo della bile acida dell’intestino e vengono eliminati con le feci, contribuendo così ad abbassare la quota di colesterolo LDL
- niacina, o acido nicotinico: abbassa i livelli di colesterolo totale e di LDL (oltre che di trigliceridi), a favore della quota HDL
- fibrati: sono usati principalmente per abbassare i livelli di trigliceridi e, in misura minore, per aumentare il colesterolo HDL.
Questi farmaci possono avere effetti collaterali, e devono quindi essere prescritti sotto stretto controllo medico.
Come abbassare il colesterolo alto a tavola? Gli alimenti consigliati
Via libera a cereali, legumi e vegetali: questi alimenti – precisano gli esperti dell’Humanitas Research Hospital, ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario – non contengono colesterolo e aiutano a ridurre i livelli di quello in eccesso. I vegetali ricchi di fibre contribuiscono anche a ridurre l’assorbimento del colesterolo alimentare a livello intestinale. In caso di colesterolo alto è bene quindi consumare porzioni normali di cereali, preferendo quelli integrali a quelli lavorati, e di legumi, assumendo questi ultimi almeno 2-4 volte a settimana. Tra i cereali sono pertanto consigliati pane, pasta e riso integrali, ma anche farro, avena e orzo. Largo invece a frutta e vegetali, non dimenticando di inserire nel menu quotidiano 2-3 porzioni di verdure e 2 di frutta.
Il pesce è il benvenuto. Il consumo almeno 2 o 3 volte alla settimana è consigliato a chi ha problemi di colesterolo alto grazie alla particolare composizione del suo grasso. Va però ricordato che sono da preferire cotture alla griglia, al cartoccio o al vapore, mentre la frittura è da evitare. Quanto al consumo di molluschi e crostacei, non deve essere superiore a una volta la settimana.
Poco olio e di quello buono. I grassi saturi di origine animale provocano l’aumento dei livelli di colesterolo, mentre quelli insaturi di origine vegetale sono in grado di ridurlo. Da evitare, quindi, burro, lardo e strutto a favore di oli vegetali polinsaturi o monoinsaturi, come l’olio extravergine di oliva.
Si può consumare liberamente la carne, sia rossa che bianca. Vanno preferiti, però, i tagli magri. Ricordando sempre, prima della cottura, di eliminare il grasso visibile e di spellare il pollame.
Meno grassi è meglio: è bene limitare al minimo il consumo di insaccati, formaggi e uova che contengono quantità piuttosto elevate di grassi e che influenzano negativamente il tasso di colesterolo. Preferire il latte scremato o parzialmente scremato a quello intero.
Quanto ai metodi di cottura vanno preferiti quelli senza l’ausilio di grassi aggiunti – come la bollitura, la cottura a vapore, la cottura al microonde o la grigliatura– e scoraggiato l’impiego della frittura in padella o nella friggitrice.