Cosa accadrebbe nell’area metropolitana di Roma in caso di piena del fiume Tevere, dell’Aniene e degli altri affluenti? E cosa si sta facendo e cosa ancora si deve fare per evitare che si ripetano drammatiche esondazioni come quelle che ci sono state non moltissimi decenni fa? Se ne è parlato oggi al convegno organizzato al Campidoglio dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale e dal Comune di Roma. L’occasione è stata la presentazione, da parte dell’Autorità, del Piano per la difesa dal rischio idrogeologico e la tutela ambientale dell’area metropolitana di Roma e dello Stato del Vaticano (PS5).
Si tratta di un Piano molto importante, come ha sottolineato Erasmo D’Angelis aprendo i lavori, che comprende l’ambito territoriale di 1061 kmq di Roma Capitale e parte dei territori di altri 39 Comuni dell’hinterland su una superficie complessiva di 1724 Kmq. Il Segretario generale dell’Autorità di distretto ha fatto notare che le cartografie aggiornate dell’ente mostrano delle fragilità mai strutturalmente affrontate, al punto che oggi il rischio alluvioni ed esondazioni riguarda un territorio urbano di 1.135 ettari dove vivono e lavorano circa 300 mila persone. “Si tratta della più alta esposizione d’Europa”, ha osservato D’Angelis.
Progetti e azioni per evitare il peggio non mancano e proprio oggi è partito con Invitalia un bando per la manutenzione straordinaria del reticolo idrografico dell’area romana, per il quale il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare ha stanziato 10 milioni di euro. “Si tratta di un primo passo – ha garantito D’Angelis – a cui si affiancano opere e interventi per il contrasto del rischio idrogeologico per un totale di oltre 800 milioni di euro”. Tra l’altro, garantire la sicurezza di Roma si fa lavorando anche a monte, ha osservato il Segretario generale dell’Autorità, e cioè nei territori a nord della Capitale e sul controllo di un affluente del Tevere molto importante come il fiume Paglia, sul quale si dovrà mettere a punto un piano per la mitigazione delle piene. I tempi non possono essere rapidissimi, e lo stesso PS5, come ha ricordato il dirigente dell’Autorità Carlo Ferranti illustrando il Piano, ha avuto tempi di gestione piuttosto lunghi. Ma ora l’aggiornamento c’è e il nuovo PS5 disciplina e tutela gli aspetti idrogeologici ed ambientali dell’area vasta e del reticolo idrografico con l’obiettivo di salvaguardare il sistema delle acque superficiali e sotterranee, valorizzare i Corridoi fluviali (Tevere, Aniene) e 14 Corridoi ambientali del reticolo secondario, introducendo tra l’altro in quest’area il concetto di invarianza idraulica: ogni nuova trasformazione dello stato del suolo non deve costituire un aggravio di portata del reticolo idrografico.
La manutenzione però non può mai fermarsi. Anche perché i 10 milioni del bando partito oggi sono sì una buona notizia, ma fino a un certo punto perché, come ha sottolineato la dirigente dell’Autorità di distretto Letizia Oddi, “non c’è da essere contenti perché si tratta appunto di manutenzione ‘straordinaria’ dovuta al fatto che la manutenzione ordinaria non funziona”: “Roma vive una situazione complessa, abbiamo perso la memoria dell’assetto normativo del nostro ambiente – ha sottolineato – basta la semplice lettura di sole tre norme per schiarirci le idee su quelle che sono le competenze e su chi deve fare cosa”.
I pericoli non sono da sottovalutare, come è emerso dalle simulazioni presentate da diversi esperti e docenti universitari riprendendo i dati delle piene registrate a Roma nel 1870 e nel 1937. I danni economici sarebbero ingenti, di gran lunga superiori a ciò che si dovrebbe spendere per realizzare le necessarie opere di prevenzione. Perché se è vero, come ha sottolineato il Capo dipartimento Casa Italia Fabrizio Curcio, che “l’aspetto emergenziale ci sarà sempre”, è altrettanto vero, come ha osservato nel suo intervento il sottosegretario Roberto Morassut. “l’organizzazione della prevenzione è anche organizzazione delle infrastrutture” e quello di Roma non è un caso di poco conto. “L’area metropolitana di Roma è una degli elementi di fragilità nazionale”, ha detto il sottosegretario per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare. “Il PS5 è un Piano importante, perché operativo e perché offre un’opportunità di tutela maggiore”.