I morti legati al clima sono ai minimi storici: i dati che i catastrofisti non vogliono vedere

"Nel decennio dal 2004 al 2013, le morti legate al clima nel mondo sono crollate ad un livello dell’88,6% inferiore a quello del decennio di picco, dal 1930 al 1939"
MeteoWeb

In quello che è ormai diventato il suo famoso discorso al Climate Action Summit dell’ONU, l’attivista svedese Greta Thunberg ha accusato i leader politici mondiali di averle “rubato i sogni e l’infanzia” con le loro “parole vuote” sul clima. “Tuttavia, sono ancora una delle più fortunate. La gente sta soffrendo. La gente sta morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa e tutto quello di cui riuscite a parlare è il denaro e le favole di un’eterna crescita economica”, sono state le parole con le quali Greta ha accusato i leader mondiali di non fare nulla in merito.

Fonti: Boden, Marland, Andres (2013); Etheridge et al. (1998); Keeling et al. (2001); MacFarling Meure et al. (2006); Merged IceCore Record Data, Scripps Institution of Oceanography; EM-DAT International Disaster Database

Ma mentre il clima cambia, gli umani stanno cercando di adattarsi ad esso. In fondo, costruire delle infrastrutture per proteggersi dalle catastrofi legare al clima, per esempio, è molto più facile che alterare la temperatura del pianeta attraverso politiche che richiederebbero l’adesione del mondo intero. Quest’ultimo caso è quello che si è cercato di fare con l’Accordo di Parigi sul clima che, come evidenziato anche dall’esito fallimentare della Cop25 tenutasi a Madrid a inizio mese, non vincola le nazioni ai loro impegni per ridurre le emissioni di carbonio.

Nel frattempo, l’adattamento al clima ha letteralmente salvato milioni di vite all’anno. Il Cato Institute, think tank statunitense (al 15° posto tra i migliori think tank al mondo, al 10° posto negli Stati Uniti) infatti afferma: “Nel decennio dal 2004 al 2013, le morti legate al clima nel mondo (incluse siccità, alluvioni, temperature estreme, incendi e tempeste) sono crollate ad un livello dell’88,6% al di sotto di quello del decennio di picco, dal 1930 al 1939. Il 2013, con 29.404 decessi riportati, ha avuto morti legati al clima inferiori del 99,4% rispetto all’anno storico da record del 1932, che ha avuto 5.073.283 vittime riportate per la stessa categoria”.

“I catastrofisti del clima non vogliono che questo si sappia perché svela quanto siano fondamentalmente errati i loro punti di vista. Loro considerano il sistema del clima globale come un posto stabile e sicuro che noi rendiamo instabile e pericoloso. In realtà, il sistema del clima globale è per natura instabile e pericoloso. Noi lo rendiamo vivibile attraverso lo sviluppo e la tecnologia, sviluppo e tecnologia alimentati dall’unica forma di energia economica e sicura che può rendere il clima vivibile per 7 miliardi di persone. Come mostrano i dati sulle morti legate al clima, ci sono alcuni grandi benefici, soprattutto la potenza delle macchine a combustibili fossili per costruire una civiltà resistente e altamente resiliente al caldo estremo, al freddo estremo, alle alluvioni, alle tempeste, eccetera. Perché non sono stati menzionati nelle discussioni in cui si parlava di tempeste come Sandy o Irene, anche se tutti quelli che hanno vissuto quelle tempeste sono stati molto più protetti da esse rispetto ad un secolo fa?”, continuava il Cato Institute, in un articolo pubblicato nel 2014. Tutto questo “perché il dogma secondo cui l’uomo stia rovinando il pianeta invece di migliorarlo è una religione, una fonte di prestigio e una carriera per troppe persone”.

Entro il 2018, secondo i dati del Centre of Research on the Epidemiology of Disasters, le morti legate al clima sono ulteriormente diminuite fino a circa 5.000, per un calo del 99,9%. Quello sviluppo e quella tecnologia che Greta e i suoi seguaci attaccano, dunque, non sembrano affatto averle rubato i sogni e l’infanzia, anzi è proprio quello che ha permesso a tutti noi di vivere la vita che viviamo oggi.

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