In due articoli pubblicati su Nature, la NASA ha divulgato i primi risultati della sonda Parker: i dati alla base delle ricerche si basano sulle osservazioni condotte dalla distanza record di 24 milioni di km. La sonda è entrata nella storia lo scorso anno per essere stata il veicolo che più di ogni altro si è avvicinato al Sole.
Le osservazioni effettuate finora da remoto avevano consentito di ricostruire solo alcuni dei meccanismi alla base della formazione della parte più esterna dell’atmosfera del Sole, la corona, ma restavano ancora moltissime domande aperte, ad esempio sul vento solare: analizzando i dati della missione, ricercatori dell’università del Michigan guidati da Justin Kasper ha osservato che sono i cambiamenti che si producono nei campi magnetici ad accelerare gli sciami di particelle cariche continuamente emessi dal Sole, che possono raggiungere velocità superiori a quelle osservate finora e vengono accelerati dal campo magnetico.
Il secondo studio coordinato da Stuart Bale dell’università della California a Berkeley, si è focalizzato invece sul “vento lento” che soffia a meno di 500 km/s, rilevando che ha origine nei buchi della corona vicini all’equatore solare.
La sonda Parker continuerà ad avvicinarsi ulteriormente al Sole e si prevede che nei prossimi 5 anni potrà trovarsi a soli 6 milioni di km dalla nostra stella.
Dopo essere stata lanciata il 18 agosto del 2018, i primi due incontri ravvicinati con il Sole sono avvenuti a novembre 2018 e ad aprile 2019. Le temperature nella corona oscillano tra 2 e i 5 milioni di gradi Fahrenheit e la sonda Parker, che ha la dimensione di una auto berlina, è costruita con materiali non convenzionali, come uno scudo di ceramica, in grado di resistere ad un simile calore. Non è però in grado di inviare fotografie perché la telecamera si scioglierebbe. Oltre ad essere la sonda che più si è avvicinata al Sole, Parker ha battuto anche ogni record di velocità: nel 2024 si muoverà a 700mila km/h.