Al di fuori del Sistema Solare, esistono pianeti soffici e leggeri come zucchero filato. Il telescopio spaziale Hubble, di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa), per la prima volta ha provato ad ‘assaggiare’ la loro atmosfera per scoprirne la composizione chimica. Si tratta di due giovani mondi alieni, chiamati Kepler-51 b e Kepler-51 d, a 2.400 anni luce di distanza dalla Terra. Lo studio, coordinato dall’Università del Colorado a Boulder, è riportato sul sito arXiv in attesa della pubblicazione ufficiale su The Astronomical Journal. Le osservazioni di Hubble hanno permesso innanzitutto di confermare l’esistenza di questa rara classe di pianeti soffici, di cui ad oggi si conoscono poco più di 10 esemplari.
Quelli del sistema planetario Kepler-51, in particolare, sono grandi come Giove sebbene quasi 100 volte più leggeri. Le nuove stime, raffinate rispetto alle precedenti del 2014, parlano di una densità inferiore a 0,1 grammi per centimetro cubo, proprio come lo zucchero filato. Lo spettro di luce della stella madre, filtrato attraverso la loro atmosfera, non ha permesso di svelare ‘spie’ della loro composizione chimica. Usando simulazioni al computer, i ricercatori hanno teorizzato che i pianeti sarebbero composti in prevalenza da idrogeno ed elio, schermati da una spessa coltre di metano. Entrambi stanno perdendo gas rapidamente: quello più vicino alla stella madre rilascia nello spazio decine di miliardi di tonnellate di materiale al secondo. Se questo tendenza verrà mantenuta, i pianeti si sgonfieranno in modo significativo nel prossimo miliardo di anni perdendo la loro peculiare consistenza. Alla fine diventeranno simili a una classe di esopianeti molto più comune, quella dei ‘mini-Nettuno’.