Medical Facts (il magazine online di informazione scientifica e debunking delle fake news, con la direzione scientifica del dott. Roberto Burioni) ha di recente dedicato interessanti approfondimenti alla prevenzione secondaria dopo una malattia cardiovascolare come infarto o ictus, ossia alle misure terapeutiche e comportamentali da mettere in atto al fine di prevenire l’insorgenza di un secondo episodio. Una di queste misure – spiega la dott.ssa Renata Gili – interessa i livelli di colesterolo nel sangue, noto fattore di rischio cardiovascolare, che è importante tenere al di sotto di un certo valore.
Sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine “ci s’interroga proprio sulla questione. In particolare lo si fa riferendosi all’ictus ischemico causato dall’aterosclerosi, patologia caratterizzata da un indurimento delle pareti dei vasi arteriosi per la presenza di vere e proprie placche di grassi che possono portare all’ostruzione parziale o totale del flusso del sangue.” Nell’articolo, afferma l’esperta, “viene descritto un recente studio che valuta se, dopo un ictus ischemico da ateriosclerosi, sia più vantaggioso tenere i livelli di colesterolo LDL (ossia quello “cattivo”), al di sotto dei 70 milligrammi rispetto a una soglia un po’ più alta (compresa fra i 90 e i 110 milligrammi per decilitro). I risultati mostrano come le persone appartenenti al primo gruppo (quello dei 70 milligrammi per decilitro), abbiano avuto un rischio del 25% più basso di sviluppare un altro ictus o infarto rispetto al secondo gruppo.
L’argomento rimane, però, dibattuto per molti motivi. “Per esempio – prosegue la dott.ssa Gili – è corretto che venga preso in considerazione solo il colesterolo LDL? O ancora: in altri studi si è visto che una terapia aggressiva con statine potrebbe aumentare la probabilità di avere un altro tipo di ictus, quello emorragico (ovvero, legato, non all’ostruzione ma alla rottura di un vaso), ma negli ultimi studi condotti sembra che tale rischio non sia in realtà aumentato significativamente. Però, anche in questo caso, sarà necessario studiare ulteriormente la questione per allungare le estremità di una coperta che, per ora, è ancora un po’ corta in questo ambito.”
Insomma, conclude l’esperta, “le ultime evidenze concordano sul fatto che la terapia con statine e il mantenimento dei livelli di colesterolo LDL al di sotto del valore di 70 milligrammi per decilitro, dopo un ictus ischemico su base aterosclerotica, riducano il rischio di avere un secondo episodio di malattia cardiovascolare. Come abbiamo visto, però, rimangono aperte ancora molte questioni. In ogni caso, è bene seguire attentamente i consigli del proprio medico rispetto alle terapie da mettere in atto in prevenzione secondaria. E poi, ovviamente, tenere a mente i principi di vita sana ed eliminazione dei fattori di rischio cardiovascolare (come la cessazione del fumo di sigaretta, la dieta equilibrata e l’attività fisica), che non smetteremo mai di ricordarvi.“