I livelli di metalli tossici nel sangue dei pazienti oncologici in alcuni comuni della Terra dei Fuochi sono “del tutto fuori norma“. A sostenerlo sono i ricercatori dell’università di Pisa in uno studio pubblicato sul ‘Journal of Cellular Physiology‘ e presentato oggi alla Camera dei Deputati. Lo studio ha ribadito il nesso evidente tra gli illeciti sversamenti di rifiuti industriali e urbani nelle province di Napoli e Caserta e l’aumento di malattie cronico-degenerative, al primo posto i tumori. “Il fenomeno è una vera e propria emergenza“, precisa il coordinatore del team di ricerca Antonio Giordano, docente del dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena e direttore dello Sbarro Health Research Organization (Shro) di Philadelphia.
Lo studio ha dosato i livelli di metalli pesanti cancerogeni e inquinanti organici persistenti (Pop) contenuti nel sangue sdi 95 pazienti oncologici residenti in Campania. Sono stati rilevati alti livelli di concentrazione ematica di metalli pesanti in alcuni comuni, come Pianura, Giugliano, Qualiano e Castel Volturno. “Ora che c’è una dimostrazione scientifica – spiegano gli esperti – si intervenga“.
“La politica guarda con attenzione questi dati – commenta il viceministro Pierpaolo Sileri – in Italia abbiamo tante piccole Terre dei Fuochi. Sulla base di questi dati, or ail nostro compito e’ di monitorare la popolazione. Dobbiamo cercare la verita’ monitorando i pazienti per molto tempo, individuare le aree da bonificare, combattere criminalita e portare avanti un’opera di screening sui tumori piu frequenti“, conclude.
Nella Terra dei Fuochi, in sostanza, è a “rischio il principio base della biologia: quello della conservazione della specie. E parliamo della specie umana“. Lo ha detto Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine nazionale dei Biologi, al convegno dal titolo “Ecotossicologia ed effetti sulla salute umana“, organizzato dall’ONB nel Real Borgo di San Leucio a Caserta. Coordinatore scientifico dell’evento, che ha visto la partecipazione di oltre 200 biologi, il professor Raffaele De Vita (Enea) che ha moderato gli interventi insieme a Stefano Dumontet, docente dell’universita’ “Partenope” di Napoli. Presente, in rappresentanza della citta’ di Caserta, anche il sindaco Carlo Marino. I relatori intervenuti, provenienti dai principali atenei italiani, hanno presentato relazioni incentrate sull’inquinamento ambientale dovuto ai metalli pesanti, ma anche ai pesticidi ed al doloso smaltimento illegale dei rifiuti.
Inoltre è stata approfondita la ricaduta che tale forma di inquinamento può avere sulla salute riproduttiva dell’uomo. “Scienziati e ricercatori hanno dimostrato, dati alla mano, che l’inquinamento e’ di tipo microscopico e non macroscopico” ha spiegato il senatore D’Anna. Purtroppo, ha aggiunto ancora il presidente dell’ONB, paghiamo lo scotto di “leggi scellerate come la 99 del 1992 che ha consentito di spargere sui terreni agricoli i fanghi prodotti dai depuratori: un concentrato di diossine, metalli pesanti, polveri, nanoparticelle e prodotti chimici che poi rappresentano il vulnus per lo sviluppo di patologie cancerogene, modificazioni genetiche ed epigenetiche”.