Terremoto, forti scosse in Italia dopo il sisma dell’Albania: gli esperti l’avevano previsto, “faglie appenniniche in stato di stress sismico”

Terremoto, paura in tutt'Italia da Nord a Sud dopo le forti scosse degli ultimi giorni: sistema appenninico sotto forte stress sismico
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Continuano a intensificarsi le scosse sismiche che stanno colpendo in questi giorni l’Italia: il forte terremoto di magnitudo 4.5 che stanotte ha colpito il Mugello, provocando danni ed evacuazioni sull’Appennino tra Toscana ed Emilia Romagna, è stato avvertito da milioni di persone che nel cuore della notte sono fuggite dalle loro abitazioni. Si fa presto a dire che un terremoto di magnitudo 4.5 “non è un forte terremoto“, intanto secondo i dati forniti dall’INGV il risentimento sismico è stato del 6° grado Mercalli nelle zone più vicine all’epicentro, che significa proprio “scossa forte, con qualche leggera lesione negli edifici e finestre in frantumi“. In base ai danni riportati a Barberino del Mugello, dove ci sono stati dei crolli e molte abitazioni sono inagibili, potrebbe essere certificato il 7° grado della scala Mercalli, che significa “scossa molto forte, con caduta di fumaioli e lesioni negli edifici“. La scossa è stata avvertita in un’area vastissima, fino a Perugia, Grosseto, Ancona, Venezia, Verona, Milano e Genova. Ma a preoccupare è soprattutto lo sciame sismico che prosegue, dalla scorsa notte, con centinaia di scosse nell’area, l’ultima di magnitudo 3.3 alle 10:17 di stamattina. Complessivamente nelle ultime otto ore abbiamo avuto 12 scosse di magnitudo superiore a 3, e secondo gli esperti si verificheranno altre scosse “anche più forti”.

Quello del Mugello è soltanto l’ultimo dei terremoti che negli ultimi giorni ha colpito l’Italia: nella notte tra Sabato e Domenica una scossa di magnitudo 3.7 vicino L’Aquila ha fatto tornare la paura in tutte le zone terremotate del Centro Italia, tra Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche. Anche qui il risentimento sismico è stato importante, fino al 4° grado Mercalli in molte località densamente popolose e fino al 3° grado in città importanti come L’Aquila, Rieti, Terni, Spoleto, Ascoli Piceno e Teramo.

E ancora, la scorsa settimana c’era stata la scossa di Verona (magnitudo 3.2), quella di Napoli e Pozzuoli (magnitudo 2.8) e quella dell’Etna (magnitudo 2.8), con i vulcani siciliani (Etna e Stromboli) che da quel giorno hanno intensificato la loro attività eruttiva.

Tutto è iniziato da fine Novembre, quando c’era stato lo sciame sismico nei pressi di Benevento in Campania e poi la drammatica scossa di magnitudo 6.2 che in Albania ha ucciso 51 persone intorno a Durazzo. Da quel momento l’Italia si trova in uno stato di forte stress sismico, come gli esperti avevano ampiamente annunciato spiegando cosa succede alle faglie del nostro Paese quando si muovono quelle balcaniche. Sarebbe decisamente opportuno che, proprio adesso alla luce di questa situazione, il tema del rischio sismico e della prevenzione anti-sismica tornasse nell’agenda politica nazionale, da cui è stato improvvisamente cancellato nonostante gli importanti eventi delle ultime settimane.

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Fig. 1 Quadro cinematico (frecce bianche) nella regione mediterranea centro orientale (Viti et alii, 2011; Mantovani et alii, 2016)
Le linee rosse rappresentano i confini delle placche, i punti rossi sono i terremoti con magnitudo superiore a 5 verificatisi dal 1966, quelli gialli sono gli epicentri dei sismi del 2009 e del 2016. Le frecce indicano il movimento delle placche in rapporto all’Eurasia: quella dell’Adriatico ruota attorno al polo rappresentato dalla stella
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