“L’area del Mugello è nota per dare sequenze sismiche ricche di eventi, come abbiamo già avuto modo di registrare questa mattina: nelle ore successive al terremoto di intensità 4.5 si sono verificate più di 50 altre scosse. Ci attendiamo che continueranno nei prossimi giorni, e non possiamo escludere nulla, neppure scosse di magnitudo più significativa“: lo ha dichiarato all’AGI Antonio Piersanti, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, riferendosi all’evento sismico verificatosi questa mattina alle 04:37 tra i comuni di Scarperia San Piero e Barberino del Mugello.
“Si è trattato di un terremoto di profondità inferiore ai 10 km e a carattere distensivo, parliamo cioè di una sismicità che è peculiare a tutto l’Appennino centrale e meridionale. Scosse di questa entità non dovrebbero comportare danni di alcun tipo, ma data la peculiarità’ del nostro patrimonio artistico, così ricco e delicato, non possiamo escludere questa possibilità“.
“Nel nostro paese i terremoti non arrivano mai inaspettati – prosegue Piersanti – quella del Mugello è una zona sismogenetica nota alle cronache, sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista dell’epoca più recente. Due gli eventi più tragici: nel 1919 un terremoto di magnitudo 6.4, uno dei più grandi di tutto l’Appennino settentrionale, provocò più di 100 vittime e vasti danni alla provincia di Firenze; più indietro nella storia, nel 1542, da citare un terremoto di magnitudo 6.0, esattamente nell’area colpita questa mattina“. “Il fenomeno è continuato anche nel recente passato – conclude il sismologo – dal 1985 ad oggi si sono susseguite tante sequenze sismiche e nel 2008, sempre in quel territorio, si sono verificati due terremoti di magnitudo 4.5 e 4“.
I terremoti in corso in Toscana, nel Mugello, sono più vicini alla faglia che si è attivata nel 1542 che a quella che ha causato il sisma del 1919: ha spiegato il direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Salvatore Stramondo, alla luce delle analisi condotte finora. “Non ci sono ancora elementi certi – ha osservato l’esperto – per stabilire che si tratti della stessa faglia che si è attivata nel 1542 causando un terremoto di magnitudo stimata intorno a 6.0. Quello che al momento notiamo è che i terremoti in corso avvengono a ridosso dell’area colpita nel 1542, a soli 8-10 chilometri a Nord-Ovest“. Si trova a 15-20 km a Est l’area nella quale un secolo fa è avvenuto il sisma di magnitudo 6.4, con oltre 100 vittime.
“Sappiamo che l’area del Mugello è fortemente sismica, ma non possiamo fare previsioni sull’evoluzione futura“. “In quell’area negli ultimi 10-12 anni sono avvenute almeno tre sequenze sismiche con terremoti di magnitudo superiore a 4.0“.