Trapianti: anno record in Puglia, oggi eseguito il centesimo

Anno record per i trapianti di organo in Puglia: ''Con i 100 del 2019, sono stati eseguiti più di 2000 trapianti dal 1992 ad oggi"
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Al Policlinico di Bari oggi è stato eseguito il centesimo trapianto del 2019: 71 di rene, 23 di fegato e 6 di cuore per un anno record in Puglia. Si tratta del numero più alto negli ultimi 15 anni. A questo si aggiunge un altro risultato, vale a dire il numero più alto di trapianti di rene da vivente (venti) dal 1992, anno di apertura del Centro regionale trapianti Puglia. ”Un grande risultato – ha commentato Michele Battaglia, direttore della cattedra di Urologia e del Centro trapianti di rene dell’Università di Bari – ottenuto grazie al lavoro di squadra, che ci proietta tra i primi centri in Italia per esecuzione di trapianti da vivente”.

Grande soddisfazione è stata espressa da parte del coordinatore regionale trapianti, Loreto Gesualdo, che guarda oltre. ”Con i 100 del 2019, sono stati eseguiti più di 2000 trapianti dal 1992 ad oggi – afferma – e l’aumento del numero dei trapianti da vivente ha permesso di ridurre il numero delle opposizioni dal 52% del 2018 al 43% del 2019. Ma ciò non basta. Dobbiamo avvicinarci alle opposizioni registrate al Nord: in media 30%. Significherebbe portare il numero dei trapianti da 100 a 150. Dobbiamo sviluppare nel Centro Sud Italia una maggiore sensibilizzazione alla cultura della donazione – aggiunge – e abbattere il muro delle opposizioni decisamente più alte paragonate al Nord Italia e prepararci ad una richiesta sempre più alta di trapianto per l’elevata prevalenza di malattie croniche del rene e del fegato nella popolazione generale. Il dono consapevole è un atto etico e civile nonché di grande amore verso chi soffre. Basta una semplice firma al momento del rinnovo della carta d’identità per esprimere il proprio consenso”.

Il presidente pugliese Michele Emiliano plaude al risultato, attribuito alla ”grande professionalità del personale tutto” e all’impegno delle istituzioni politiche regionali che ”stanno investendo ingenti e specifiche risorse in termini di personale, tecnologia, farmaci per il controllo del rigetto, al fine di ottimizzare il complesso sistema del trapianto degli organi”.

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