Per curare i tumori del seno in futuro sarà possibile utilizzare una nuova terapia basata sulle nanoparticelle, brevettata dai ricercatori dell’Istituto di ricerca bio-sanitaria di Granada, in Spagna, che hanno realizzato questa soluzione che usa un terzo delle molecole già usate per l’attuale trattamento della chemioterapia. Queste nanoparticelle contengono un farmaco utilizzato nei protocolli per la lotta al tumore (la doxorubicina), ma anche un marcatore fluorescente (il fluoroforo) che consente il monitoraggio delle nanoparticelle e un peptide di riferimento (il Crgdk), che consente loro di legarsi specificamente alla neuropilina-1 (l’Nrp-1), un recettore che è sovraespresso nelle cellule umane di tumore al seno triplo negativo e che non si trova in queste stesse quantità nelle cellule sane.
E’ proprio la presenza dell’Nrp-1 che consente di portare le nanoparticelle, cariche del farmaco chemioterapico, solo sulle cellule tumorali, senza toccare quelle sane. Il marcatore fluorescente, invece, consente di localizzare il tumore e di monitorare sia l’efficacia del trattamento sia la produzione di metastasi. Sono stati gli studi in laboratorio a provare come per avere effetto basta un terzo della doxorubricina usata nell’attuale chemioterapia. Studi sui topi hanno invece fatto notare la profonda selezione che viene fatta delle cellule, permettendo una terapia piu’ mirata, capace di aggredire solo il cancro. I ricercatori spagnoli hanno certificato anche la mancanza di alcuni effetti collaterali, come la perdita di peso, la tossicità nel sistema nervoso o le lesioni cutanee. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nanomedicine: Nanotechnology, Biology and Medicine.