Tweet pro Hitler, aperta un’inchiesta: sequestrato l’account del professore e disposto l’oscuramento delle frasi incriminate

Aperto un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa
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Sequestro preventivo del profilo e oscuramento dei tweet a sostegno di Hitler. Sono stati questi i primi provvedimenti adottati dalla procura di Siena nei confronti di Emanuele Castrucci, il professore di filosofia del diritto all’Università di Siena, autore di alcuni post a sostegno di Hitler. Il decreto di sequestro è stato notificato dalla polizia postale a Twitter, che provvederà a ‘congelare’ l’account intestato al professore: in questo modo non potrà accedervi e non potrà né modificare né cancellare i tweet oggetto delle indagini. Le indagini inoltre si potrebbero estendere ad altri utenti del social network che potrebbero aver condiviso, o anche commentato in modo favorevole il tweet a favore di Hitler. Verifiche della polizia postale sarebbero inoltre in corso per accertare l’esistenza, su altri social, di altri profili riconducibili al docente, in modo da verificarne il contenuto.

Sul caso il procuratore di Siena Salvatore Vitello ha aperto un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, aggravata da negazionismo. All’interno del fascicolo, è finita anche la denuncia presentata ieri dai legali dell’Università. La condotta del professore sarà inoltre al centro della riunione, convocata per domani, del consiglio di dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo senese. In contemporanea alcuni studenti si ritroveranno in un sit in di protesta di fronte alla sede della facoltà dove insegna il professor Castrucci. Oggi, invece, confronto tra studenti e docenti di Siena in un’accesa e partecipata assemblea dalla quale è emersa una condanna unanime ai tweet del professore.

Della vicenda oggi è tornato a parlare il ministro dell’Università Lorenzo Fioramonti secondo il quale si è trattato di un caso “isolato“: “Oggi la tecnologia non aiuta, uno si lascia andare, forse esageriamo anche noi a volte a pensare che il dibattito sui social sia specchio della società, forse non è così. Resta il fatto che a chi ha un ruolo istituzionale, che sia un ministro, un rettore e un docente universitario, spetta una certa chiarezza nel modo in cui si espone di fronte a certi temi“. Fioramonti ha poi detto di essere contento “che l’Università di Siena abbia reagito in maniera molto decisa e tempestiva“. Sulla vicenda è tornato anche il rettore di Siena Francesco Frati sottolineando che “nessuno studente” gli aveva “segnalato” altri comportamenti non consoni del docente. “Anche io ieri leggendo indietro i tweet del professore – ha proseguito – sono rimasto abbastanza sconvolto, si tratta di una escalation“. Frati ha poi spiegato di non aver parlato col docente ma di aver “ricevuto da lui un messaggio in cui continua a rivendicare la sua libertà che secondo noi non è ammissibile perché travalica quanto previsto dalla Costituzione e dal nostro ordinamento penale”.

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