Australia, i peggiori incendi della storia: dal Giovedì Nero al Sabato Nero, centinaia di morti e tanta distruzione

La storia degli incendi in Australia svela che il peggio dell’attuale crisi potrebbe ancora arrivare, con la maggior parte delle emergenze che si verifica nel mese di febbraio
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La devastazione provocata dagli incendi degli ultimi mesi in Australia non è ancora così grave come quella di alcuni dei roghi peggiori nella storia del Paese per numero di vittime e case distrutte. Però uno sguardo indietro nella lunga storia degli incendi in Australia svela che il peggio dell’attuale crisi potrebbe ancora arrivare, con la maggior parte delle emergenze che si verificano nel mese di febbraio.

Nell’attuale stagione degli incendi, sono morte almeno 28 persone e migliaia di case sono andate distrutte. Dal punto di vista dei numeri, questo è molto più basso rispetto al bilancio delle vittime delle tragedie del Giovedì Nero, del Mercoledì delle Ceneri o del Sabato Nero. Gli incendi più devastanti solitamente sono preceduti da temperature molto alte, bassa umidità relativa e forti venti, che creano le condizioni ideali per la rapida diffusione delle fiamme. Ecco un elenco di alcuni dei roghi più distruttivi che gli australiani hanno affrontato in passato.

Giovedì Nero (1851)

giovedì nero australiaIl primo grande incendio del Paese (in Australia li chiamano “bushfire”) è stato quello del Giovedì Nero, che ha devastato un quarto dell’attuale stato di Victoria il 6 febbraio 1851. Oggi rimane uno dei roghi più catastrofici nella storia dell’Australia. 12 persone e 1 milione di pecore morirono nel devastante incendio che incenerì 5 milioni di ettari nelle aree di Portland, Plenty Ranges, Wimmera e Dandenong. Il calore fu così intenso che le navi in mare a 32km al largo della costa di Victoria si ritrovarono sotto la caduta di tizzoni ardenti e furono coperte da polvere e cenere. Fino agli attuali incendi nel Nuovo Galles del Sud e in Queensland, che hanno distrutto circa 10 milioni di ettari dal mese di settembre ad oggi, l’incendio del Giovedì Nero è stato uno dei peggiori in termini di ettari bruciati.

Gli incendi devastarono nuovamente lo stato di Victoria a febbraio e marzo del 1926, quando morirono 60 persone e furono distrutte 1.000 case. Oltre la metà delle persone uccise erano della città di Warburton.

Gli incendi del Venerdì Nero del 13 gennaio 1939 portarono altra distruzione nello stato. Condizioni di siccità e carenze idriche precedettero il Venerdì Nero, ma la combinazione di alte temperature, forti venti e bassa umidità innescò i roghi. Residenti e allevatori ben intenzionati, poi, aggravarono la situazione, tentando di utilizzare gli incendi controllati per proteggersi dai disastri: le loro buone intenzioni, infatti, finirono per contribuire a diffondere le fiamme. Morirono 71 persone, 650 case furono distrutte e decine di città ridotte in cenere. La cenere di quegli incendi raggiunse la Nuova Zelanda.

Martedì Nero (1967)

Gli incendi del Martedì Nero del 7 febbraio 1967 colpirono la costa sudorientale della Tasmania in 110 fronti separati. Oltre 50 anni dopo, questo disastro rimane l’incendio più mortale dello stato insulare. Le fiamme provocarono 62 morti, 900 feriti e 1.300 case distrutte, che lasciarono oltre 7.000 sfollati. Gli incendi distrussero 80 ponti, 4.800 sezioni di linee elettriche, 1.500 veicoli e uccisero almeno 62.001 animali da allevamento. Il risarcimento delle assicurazioni fu il più grande nella storia dell’Australia.

Estate 1974-75

Il Nuovo Galles del Sud fu teatro di una grande devastazione negli anni ’70 con una terribile estate nell’estremo ovest dello stato. Anche se il numero delle vittime fu solo di 3 persone, il 15% della massa continentale fisica dell’Australia subì danni estesi, secondo l’Australian Institute for Disaster Resilience. L’area colpita includeva Cobar Shire, Balranald, Glendale e le regioni intorno a Lower Hunter. I costi dei danni furono stimati in 5 milioni di dollari.

Mercoledì delle Ceneri (1983)

Il 16 febbraio del 1983 è ricordato come il giorno più buio per gli incendi in Australia nella storia moderna. Una diffusa siccità, venti molto forti, alte temperature e una bassa umidità relativa hanno creato le condizioni per una serie di incendi negli stati di Victoria e Australia Meridionale. Incidenti e piromani innescarono la maggior parte degli incendi, che si estesero rapidamente nelle regioni residenziali vicino a Melbourne e Adelaide. Delle 75 vite spezzate dagli incendi nel sud-est del Paese, 47 erano dello stato di Victoria e 28 dell’Australia Meridionale. Altre 2.676 persone rimasero ferite. Morirono anche 17 vigili del fuoco, compresi 12 in un incidente a Beaconsfield (Victoria). Scoppiarono circa 180 incendi, che bruciarono mezzo milione di ettari nei due stati coinvolti. Furono distrutti o danneggiati 3.700 edifici e 2.545 persone e famiglie persero le loro case in quello che è stato uno dei disastri naturali più costosi dell’Australia. Anche il numero di animali uccisi fu molto alto, con oltre 340.000 pecore, 18.000 capi di bestiame e numerosi animali nativi morti o distrutti in seguito.

Per i 25 anni successivi, il Mercoledì delle Ceneri sarebbe stato utilizzato come misura per tutte le emergenze degli incendi in Australia. È stato l’incendio più mortale del Paese fino al 7 febbraio 2009, conosciuto come Sabato Nero.

Sabato Nero (2009)

Circa 400 incendi misero in ginocchio lo stato di Victoria, distruggendo oltre 2.000 case nella loro devastante avanzata. Temperature record e forti venti dopo una stagione di intensa siccità contribuirono ad una diffusa devastazione. Delle 173 persone uccise dalle fiamme, 113 erano all’interno delle abitazioni, 27 fuori dalle abitazioni stesse e 11 nei veicoli. Altre 6 erano nei garage, 5 vicino ai veicoli e altre 5 nelle strade. 7 morti furono ritrovati in bunker, alcuni appositamente creati per proteggere dagli incendi. Un vigile del fuoco perse la vita quando un albero incendiato gli cadde addosso.

Il Sabato Nero bruciò 450.000 ettari di terra e distrusse 3.500 strutture. Oltre 11.800 capi di bestiame, tra cui 2.150 pecore, 1.207 bovini e un numero non precisato di altri animali come cavalli, maiali e capre, furono uccisi dalle fiamme. Furono distrutti oltre 60.000 ettari di pascoli e 10.000km di recinzioni e furono persi quasi 100.000 ettari di parchi.

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