Cannabis: dalla cioccolata alle torte, quella “edibile” non è priva di rischi

Gli alimenti a base di cannabis potrebbero nascondere seri pericoli, specialmente per i neofiti, i bambini e gli anziani
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I prodotti da forno, le caramelle, i cioccolatini o altri alimenti a base di cannabis potrebbero nascondere seri pericoli, specialmente per i neofiti, i bambini e gli anziani, secondo un nuovo studio pubblicato sul ‘Canadian Medical Association Journal’ da esperti di sanità pubblica dell’Università di Toronto: gli effetti psicoattivi possono infatti richiedere fino a 4 ore per attivarsi completamente, poiché il corpo impiega più tempo ad assorbire prodotti commestibili rispetto ad altre ‘forme’ di marijuana. E alcune persone, per questo motivo, potrebbero assumerne di più, aumentando il rischio di sovradosaggio.
Il documento si inserisce in un quadro in cui il Canada e 11 Stati Usa hanno legalizzato l’uso ricreativo della cannabis. Più recentemente, proprio il Canada ha introdotto la cosiddetta ‘cannabis 2.0’, la legalizzazione dei derivati ??della marijuana, compresi i prodotti alimentari e le bevande. Ma “sebbene la cannabis ‘edibile’ sia comunemente vista come un’alternativa più sicura al fumo o allo ‘svapo’ di cannabis, i medici e i cittadini dovrebbero essere consapevoli dei numerosi rischi legati all’uso di questi prodotti“, scrivono gli studiosi, che spiegano: “Lo stesso dosaggio di cannabis può causare risposte diverse in persone diverse. I prodotti commestibili possono essere particolarmente rischiosi per i bambini, il cui metabolismo è diverso da quello degli adulti“.
Dopo che il Colorado ha legalizzato il consumo di prodotti edibili a base di cannabis, il Centro di controllo degli avvelenamenti dello Stato Usa ha registrato un aumento del 70% delle richieste di assistenza medica per esposizione accidentale a questa sostanza nei bambini, dal 2013 al 2017.
Anche tra gli anziani il consumo di cannabis edibile è stato collegato a una maggiore compromissione cognitiva e a un aumentato rischio di cadute legate a ipotensione, aritmia e interazioni farmacologiche“, aggiungono gli autori dello studio, che raccomandano ai medici di chiedere sistematicamente ai pazienti se utilizzano cannabis, compresi i prodotti alimentari, “in modo da poterli consigliare meglio sul consumo più sicuro e scoraggiare l’uso di prodotti alimentari illegali o fatti in casa“. Affermano infine che sono necessari “continui sforzi di sorveglianza per identificare e affrontare gli effetti imprevisti sulle comunità“.

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