È un weekend da incubo per l’Australia orientale: venti di oltre 100km/h alimentano e moltiplicano centinaia di focolai di incendio che bruciano violentissimi, con fiamme fino a 40 metri e nubi temporalesche di fumo che scaricano fulmini sulle foreste inaridite. Due nuove morti su Kangaroo Island, nell’estremo sud dell’Australia, hanno portato a 23 il bilancio delle vittime della stagione degli incendi boschivi nel Paese, dove 6 persone sono ancora disperse nelle aree devastate dalle fiamme degli stati di Victoria e Nuovo Galles del Sud.
Il primo ministro Scott Morrison ha annunciato che il governo invierà la più grande nave da guerra australiana, HMAS Adelaide, per assistere l’evacuazione delle cittadine costiere del Victoria isolate dalle fiamme, che richiamerà 3.000 riservisti dell’esercito per lottare contro le fiamme e che metterà a disposizione altri 20 milioni di dollari per l’affitto di aerei antincendio. Morrison è stato duramente criticato per l’inerzia del suo governo di fronte agli incendi che bruciano da settembre e per e sue politiche ambientali, giudicate poco ambiziose e inefficaci contro il cambiamento climatico.
Alimentati dal forte vento, dalle temperature di oltre +40°C e dalla diffusa siccità, gli oltre 200 focolai bruciano con tale intensità da aver creato addirittura un proprio ambiente meteorologico, con la formazione di nubi temporalesche, chiamate piro-cumulonembi, che sprigionano fulmini, i quali a loro volta innescano nuovi focolai. La premier del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berejiklian, ha parlato di “situazione molto volatile“, aggiungendo che “il peggio deve ancora venire”. Il ministro del Trasporti dello stato Andrew Constance, che lotta per salvare la propria casa dagli incendi ha detto alla radio Abc “non è un incendio boschivo, è una bomba atomica“.
Gli ultimi due morti, Dick Lang, 78 anni, e il figlio Clayton, 43, sono stati trovati sull’isola dei Canguri, bruciata per metà dalle fiamme, sulla loro auto su una strada: evidentemente le fiamme si sono mosse con tanta velocità da impedire loro di mettersi in salvo. I due stati australiani più popolosi, Victoria e Nuovo Galles del Sud, hanno subito una grave devastazione della costa orientale, con 1.500 case distrutte, oltre alle 23 vittime riportate finora.
Morrison ha detto che i vigili del fuoco sono “ben organizzati, ben equipaggiati e ben addestrati“, ma occorre affrontare la realtà che molti incendi non potranno essere fermati. “Queste condizioni sono senza precedenti e la sfida è formidabile. Se queste condizioni estreme prevarranno, oggi potrebbe essere una giornata cupa per il nostro Paese“. Per varie settimane non è prevista pioggia e i fuochi potrebbero continuare a bruciare, al di là delle capacità dei vigili del fuoco di contenerli. Il richiamo obbligatorio del riservisti dell’esercito per aiutare nella lotta contro le fiamme e nell’assistenza umanitaria agli sfollati è il primo nella storia dell’Australia. I riservisti sono mobilitati da oggi “fino a revoca”.
Intanto a Canberra e a Penrith, sobborgo di Sydney, sono stati infranti i record di calore degli ultimi 80 anni. Pnerith con i suoi +48,9°C è stato oggi il luogo più caldo del pianeta, scrive la stampa australiana, mentre a Canberra si sono toccati i +44°C.