Iran, aereo abbattuto: “Un soldato ha colpito senza ordine” [FOTO]

Un soldato ha agito in maniera indipendente, sparando senza averne avuto ordine, a causa di un intoppo nelle comunicazioni
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Continuano a emergere nuove verità in merito all’aereo abbattuto in Iran lo scorso mercoledì. Sembra che un soldato abbia agito in maniera indipendente, sparando senza averne avuto ordine, a causa di un intoppo nelle comunicazioni. Lo ha riferito il generale iraniano della forza aerea delle Guardie della rivoluzione, Amirali Hajizadeh.

“In seguito agli sviluppi regionali dell’ultima settimana e l’alta possibilità di uno scontro militare con gli Usa, le forze armate iraniane erano ad un alto livello di allerta”, ha spiegato il generale nel ricostruire quanto accaduto e sottolineando che l’azione e’ partita da una base di difesa aerea nei pressi di Bidganeh, a ovest di Teheran. “La base era stata informata che missili cruise Usa erano diretti verso Teheran e nel caso fossero comparsi l’operatore in servizio avrebbe dovuto spingere il bottone del lancio missili“, ha proseguito, specificando che l’operatore ha quindi “erroneamente confuso l’aereo per un missile cruise e sfortunatamente non ha nel contempo effettuato alcun contatto per ottenerne conferma in quanto il sistema di comunicazione registrava in quel momento dei problemi. Aveva solo 10 secondi per decidere e alla fine ha preso la decisione sbagliata”.

I Guardiani della rivoluzione iraniani si sono assunti la “piena responsabilità” dell’abbattimento dell’aereo ucraino schiantatosi mercoledì vicino a Teheran. In un discorso diffuso dalla tv di Stato, il generale Amir Ali Hajizadeh ha affermato che la sua unità è responsabile; ha aggiunto che, quando ha appreso dell’abbattimento e della morte di tutti i 176 passeggeri a bordo, “avrebbe voluto essere morto”.

Le forze armate di Teheran hanno spiegato di aver scambiato il velivolo commerciale per un obiettivo ostile, poche ore dopo il lancio di missili balistici contro due basi militari in Iraq ospitanti truppe statunitensi. L’attacco era una ritorsione per l’uccisione del generale dei Pasdaran, Qassem Soleimani, in un raid americano vicino a Baghdad.

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