“Questa esperienza seppur tragica è stata un arricchimento, dal punto di vista umano, per gli abitanti dell’Isola del Giglio che si è aperta alla mondialità, si è sprovincializzata. Sull’isola quella notte è arrivato il mondo, c’è stato un impatto con i bisogni, con la sofferenza, con l’umanità. Fu una bella immersione nei bisogni. È un po’ quello che dice il Papa, accogliere chi arriva naufrago“: lo ha dichiarato, all’Adnkronos Lorenzo Pasquotti, parroco della chiesa santi Lorenzo e Mamiliano a Giglio porto, che la sera del 13 gennaio 2012, a seguito del naufragio della nave da crociera Costa Concordia, ha aperto le porte della parrocchia ai naufraghi impauriti, feriti, sprovvisti di riparo. Circa 4000 persone sono state accolte e soccorse dai residenti dell’Isola che hanno aperto le case mettendo a disposizione coperte, indumenti, cibo.
“Quel giorno non si può dimenticare: c’è una lapide, ci sono i morti, il contesto paesaggistico dell’isola che dopo il naufragio è diverso.”
“Quell’evento rimarrà nella memoria di tutti i gigliesi“.